La stella guida (誘導星, Yūdō hoshi?) è una storia breve scritta da Nanao e pubblicata l'1 Agosto 2019 sulla rivista "Shōnen Jump GIGA 2019 Summer" in occasione del terzo anniversario di The Promised Neverland.
La storia è divisa in tre parti, ognuna incentrata sui tre protagonisti della storia, Emma, Ray e Norman.
Storia[]
Emma[]
Un mattino qualsiasi, prima che Emma e gli altri bambini scoprissero la verità su Grace Field House.
Nel mattino di Grace Field, in un corridoio affollato di bambini che camminavano tranquillamente, una ragazza dai capelli luminosi scavalcò tutti correndo.
"Emma, buongiorno!"
"Buongiorno, Conny!"
Dopo aver salutato la sua sorella minore, che stava abbracciando il suo coniglio di peluche, Emma scese le scale con vigore. Davanti a lei si ritrovò altri due ragazzi, che Emma chiamò a gran voce.
"Ray, Norman, buongiorno! Ehi, andiamo a cercare alcune costellazioni stanotte!"
Dopo essere stato chiamato, il ragazzo con i capelli neri e un libro che teneva sotto il braccio si voltò verso Emma.
"Proprio mentre mi chiedevo cosa avrebbe suggerito di fare così presto di mattina..."
Con un sospiro disperato, Ray respinse bruscamente quel suggerimento oltraggioso.
"Andare fuori di casa nel bel mezzo della notte? È impossibile che la Mamma ci permetta di fare una cosa del genere."
Di fronte alla regola di cui era già a conoscenza, Emma si gonfiò le guance.
"Ma le costellazioni possono essere viste solo di notte!"
"Emma, perché una cosa una del genere, così all'improvviso?"
La voce perfettamente composta apparteneva all'altro ragazzo, Norman. Con molta gestualità, Emma gli parlò di quello che era successo ieri.
"Vedi, stavo guardando il libro sulle costellazioni con Phil e Marnya prima di andare a letto. Sai, quello con storie sulle costellazioni, su come trovare la stella polare e tutto il resto. Poi i due mi hanno chiesto "Che cosa sono le costellazioni?", ma non ho potuto rispondere bene, quindi..."
"Costellazioni: gruppi di numerose stelle che assumono una certa forma e a cui vengono dati nomi caratteristici."
"Raaaaay!!! Per favore, ascoltami fino alla fine!"
La battuta del suo fratello più esperto fece arrabbiare Emma. Ma dopo essersi ricomposta, sollevò un dito irremovibile e disse ai due ragazzi.
"Abbiamo visto più volte le stelle, ma non siamo mai andati fuori a fare osservazioni astronomiche, non è vero?"
Ray e Norman si scambiarono un'occhiata. In effetti, sebbene entrambi sapessero dal punto di vista teorico cosa fosse una costellazione, non ne avevano mai cercato una reale.
"Visto? Quindi andiamo tutti a cercare alcune costellazioni!"
"Mmmh, capisco. Possiamo provare a chiedere il permesso alla Mamma, ma..."
Dopo essersi girato verso la sala da pranzo, Norman si mise una mano sul mento, pensando profondamente. Lanciò un'occhiata fugace verso la Mamma, che stava camminando dall'altra parte del corridoio. Proprio mentre Ray stava per respingere nuovamente la richiesta di Emma...
"La finestra nella soffitta."
"Eh?"
Emma rispose con uno sguardo confuso. Perfino Ray, che stava ascoltando con evidente noia, alzò lo sguardo su Norman con un espressione stupita.
Abbassando la voce, Norman spiegò ai due.
"Una delle finestre nella soffitta è danneggiata. Se lo facciamo da lì, potremmo essere in grado di sgattaiolare fuori sul tetto durante la notte."
"Sul tetto? Wow! Grande!"
Emma urlò di gioia, ma Norman la zittì facendo il gesto del dito sulle labbra.
"In confronto a cercare di aprire la porta ed uscire fuori, forse così abbiamo meno possibilità di essere scoperti. Ray, tu che ne pensi?"
Ray si grattò il sopracciglio, e dopo un breve silenzio, diede la sua opinione.
"Beh, se riusciamo a tornare prima che la Mamma inizi a pattugliare le stanze..."
Ascoltando le parole di Ray, Norman annuì in risposta.
"Per cominciare, proviamo a uscire solo con noi tre. Poi, se non è troppo pericoloso, possiamo portare anche gli altri bambini."
"Ok! Facciamolo stasera, dopo che si spengono le luci!"
Guardando i suoi due fidati amici, Emma sorrise, con gli occhi scintillanti.
Le scale scricchiolarono leggermente. Nel buio, tre ombre salirono le scale spesso inutilizzate ed entrarono nella soffitta della casa.
"Seguitemi."
Norman si avvicinò a una delle piccole finestre. In effetti, a uno sguardo più ravvicinato, la rete era molto allentata, e bastava scuoterla leggermente per rimuoverla del tutto.
"Sì!"
"Emma, abbassa la voce."
Ray la rimproverò da dietro. Emma si sporse dalla finestra, e la brezza notturna iniziò a far ondeggiare i suoi capelli.
"Vado a dare un'occhiata! Voi due aspettatemi qui per un po'."
"Emma, fai attenzione."
Mostrando un sorriso a Norman, che le aveva toccato la spalla, Emma scese sul tetto, con gli stivali ai piedi. All'inizio, le sue suole scivolarono per un momento sulla sabbia e sulla sporcizia che si erano accumulate sul tetto, ma non era così ripido come lei pensava. Arrampicarsi fino alla cima del tetto sembrava abbastanza facile.
"È tutto ok!"
Dietro Emma, che ora si dirigeva verso la cima del tetto, anche Ray e Norman iniziarono a seguirla.
"Woah!"
In piedi sul tetto, Emma si guardò intorno, osservando le stelle che si stendevano sopra la sua testa. Il bosco che li circondava era stato affondato nell'oscurità, e sopra di esso si stendeva un profondo cielo stellato blu.
Apparvero grandi stelle, punteggiate qua e là.
Nelle posizioni indicate dai libri, Emma notò lo scintillio di quelle stelle.
"Quella è Cassiopea?"
"Sì, esatto."
Norman, che si era arrampicato anch'egli sulla cima del tetto, le stava accanto e alzò lo sguardo. Nel frattempo, Ray accese una lanterna, aprì un libro ed iniziò a leggerlo. Era un libro con i nomi delle costellazioni e delle loro stelle.
"Quella è l'Orsa Maggiore... il Gran Carro, eh?"
La costellazione verso la quale Ray aveva rivolto lo sguardo: anche Emma e Norman avevano capito quale fosse. Le sette stelle brillavano particolarmente luminose.
"Quindi, quella lì è..."
Tutti e tre indicarono una stella, ed esclamarono insieme.
"La stella polare!"
Era una piccola stella, ma collegando la costellazione, era facile trovarla.
La stella che mostrava dove si trovava il nord: la stella guida.
Emma spalancò gli occhi e alzò la voce.
"È fantastico! Sono proprio le costellazioni!"
"Certo, duh. Che ti aspettavi?"
Nonostante parlasse con una voce annoiata, Ray si sedette sul tetto, confrontando le figure sul libro e il cielo notturno con un interesse profondo. Emma e Norman scoppiarono a ridere insieme, quindi si sedettero allo stesso modo, proprio accanto a lui.
"Ehi, in passato, le persone si affidavano a questa stella per orientarsi mentre viaggiavano, giusto?"
Emma ricordò ciò che aveva letto nel libro. Norman annuì.
"Si. È la stella direttamente sopra l'asse della rotazione terrestre, quindi punta sempre verso nord."
"Beh, allora quando lasceremo la casa, e avremo un'avventura tutti insieme, allora potremo usare questa stella polare come punto di riferimento!"
"Avventura?" Norman chiese sorridente.
"Sì! Un'avventura per cercare un tesoro segreto, o per andare in un posto in cui nessuno è mai stato prima!"
Con gli occhi scintillanti, Emma parlò delle sue grandi immaginazioni. Ray la stava a malapena ascoltando, e dopo un po' emise un mormorio mescolato a un sospiro.
"Inoltre, affidarsi alle stelle, è roba antica, sai? Anche in luoghi lontani, possiamo comunque metterci in contatto!"
"È vero, ma..."
Emma si girò verso Ray.
"Vuol dire che anche quando usciremo da Grace Field e andremo in case separate, possiamo comunque vedere la stessa stella ogni notte, vero? Quindi sarebbe un perfetto punto di riferimento, no?"
Di fronte alle parole di Emma, gli occhi di Ray si spalancarono leggermente e Norman scoppiò a ridere.
"Sì è vero. Sarebbe come una guida!"
Nella mente di Emma c'erano ancora i volti di Phil e Marnya che le avevano chiesto: "Che cosa sono le costellazioni?".
Un giorno sarebbe arrivato il momento in cui tutti avrebbero abbandonato la casa, per vivere separatamente. Ma finché erano in grado di collegare le costellazioni e trovare la stella polare, tutti loro potevano rimanere uniti, indipendentemente da dove fossero.
Non importa dove, potevano essere in grado di incontrarsi di nuovo senza perdersi per strada.
"Questa stella sarà il nostro punto di riferimento!"
Allungando una mano verso il cielo stellato che sembrava sul punto di traboccare, Emma pensò al futuro e sorrise.
Ray[]
Subito dopo la fuga da Grace Field House. Mentre il gruppo si dirige verso la foresta durante la notte, a Ray torna in mente un certo ricordo.
Mentre correva all'interno della sconosciuta foresta notturna, Ray chiamò la ragazza davanti a sé.
"Emma, riposiamoci un po'. Se continuiamo a correre in questo modo, non potremo tenere il passo."
Nell'oscurità, poteva vedere i suoi fratelli più piccoli che portavano zaini sulla schiena.
Un buio illuminato solo attorno ai loro piedi dalla luce riflessa delle stelle. I loro fratellini avevano già percorso una certa distanza in mezzo a quell'oscurità. Erano tutti senza fiato e con le spalle tremanti.
"Sì, ricevuto."
Emma, che stava dirigendo la strada, si voltò e smise di correre, controllando le condizioni di ciascun fratello minore. I volti di tutti erano tesi per il nervosismo e l'eccitazione.
"State tutti bene? Facciamo un breve riposo, poi facciamo del nostro meglio e incamminiamoci di nuovo! "
"Emma, qualcuno verrà a inseguirci da dietro...?"
"Terrò d'occhio la situazione, quindi va tutto bene. Tu pensa solo a riposare, anche solo per un po'."
Ray osservò i suoi fratelli mentre si parlavano tra di loro, poi sollevò lo sguardo e alzò gli occhi al cielo notturno.
La vista delle stelle scintillanti fece lentamente realizzare a Ray che la fuga era stata davvero raggiunta. Questo è il mondo esterno. Non è il bosco all'interno delle mura di Grace Field, in cui erano abituati a giocare, ma una vera e propria foresta.
(Siamo fuori dalla casa...)
Ray tirò fuori un sospiro. Da quella sera del 12 Ottobre fino ad oggi... no, da molto più tempo, aveva speso tutte le sue energie per il bene di questa fuga.
Guardando una costellazione nel cielo notturno, Ray mormorò tra sé e sé.
"...Ah ah, è nostalgico."
Non era passato nemmeno un anno da quella notte passata ad osservare le stelle, ma sembra quasi passato un secolo. Ray sollevò una mano e mosse lentamente le dita, indicando un punto particolare nel cielo: era la stella polare.
La mattina di quel giorno, Emma propose qualcosa senza alcun preavviso.
"Ehi, andiamo a cercare alcune costellazioni stanotte!"
Questa ragazza, cresciuta insieme a lui nella Grace Field House, aveva sempre tirato fuori le idee più folli, fin da quando erano bambini piccoli. Mentre si voltava verso la sala da pranzo, Ray sospirò esasperato.
"Andare fuori di casa nel bel mezzo della notte? È impossibile che la Mamma ci permetta di fare una cosa del genere."
Nella casa non era permesso uscire fuori di notte, quindi era ovvio che fare osservazioni astronomiche era una cosa del tutto fuori questione per loro.
Ma quella notte riuscirono ad andare sul tetto della casa, uscendo da una finestra danneggiata nella soffitta.
Tutte le finestre della casa avevano delle reti installate su di esse. Ma Norman aveva notato che una delle finestre in soffitta era danneggiata.
In quel momento, Ray pensava che avrebbe dovuto fermarli. Se la vigilanza contro di loro si fosse rafforzata per aver fatto una cosa del genere, il suo piano studiato da anni sarebbe andato in fumo. Ma allo stesso tempo, Ray concordava sul fatto che non avrebbero un'altra occasione per dare un'occhiata alle stelle reali.
Alla fine anche lui la pensava come Emma. Anche lui voleva ammirare le costellazioni.
Ray salì sul tetto, stringendo un libro che parlava delle costellazioni e dei corpi celesti, e tenendo in mano una lanterna.
Il cielo stellato che si estendeva sopra di lui gli tolse il respiro.
"Woah!"
Emma gridò di gioia, e Norman allungò le dita verso il cielo.
Nella notte limpida e senza luna, ogni costellazione era chiaramente visibile. La Cassiopea, con le stelle a forma di W; l'Orsa Maggiore, con il Gran Carro sulla coda. Ed infine, la stella che collegava tutte le altre alla fine di quel sentiero splendente era...
"La stella polare!"
La stella che indicavano non era una stella particolarmente brillante. Ma era una stella che non si poteva non notare, dopo aver collegato tutte le altre costellazioni.
"Ehi, in passato, le persone si affidavano a questa stella per orientarsi mentre viaggiavano, giusto?"
Chiese Emma, sedendosi sul tetto.
"Si. È la stella direttamente sopra l'asse della rotazione terrestre, quindi punta sempre verso nord."
Alla spiegazione di Norman, Emma rise, spalancando gli occhi. Era l'espressione che aveva sempre quando pensava ad una delle sue idee stravaganti.
"Beh, allora quando lasceremo la casa, e avremo un'avventura tutti insieme, allora potremo usare questa stella polare come punto di riferimento!"
"Avventura?"
Norman alzò la voce in una risata. Emma si sporse in avanti mentre parlava.
"Sì! Un'avventura per cercare un tesoro segreto, o per andare in un posto in cui nessuno è mai stato prima! Ad ogni avventura, osserveremo insieme dove si trova la stella polare!"
All'entusiasmo di Emma, che aveva le mani strette come pugni, Norman rispose con un sorriso calmo.
"Sembra divertente."
"E anche se ci perdessimo di vista, andrà tutto bene finché ci dirigeremo verso questa stella, non è vero, Ray?"
Emma si girò verso Ray.
"Ah... sì."
Continuando a osservare il cielo, Ray rispose brevemente. Né Emma né Norman ci fecero caso, pensando che fosse solo una delle sue solite risposte concise.
Ray fissò quella stella polare, che risplendeva nello spazio.
"........."
Avventurarsi nel mondo esterno con tutti i loro fratelli: un giorno del genere non sarebbe mai arrivato. Esplorare il mondo, o anche solo guardare liberamente il cielo notturno: quelli erano semplici sogni vuoti, per loro.
(Se ci fosse un modo...) pensò Ray.
Se ci fosse un modo per salvare almeno loro due, e permettere loro di viaggiare nel mondo esterno orientandosi con la stella polare, allora Ray voleva realizzare a tutti i costi questo futuro.
"Ray?"
Quello che lo aveva chiamato era suo fratello minore Christie. Quel richiamo fece riportare Ray alla realtà. Senza essersene accorto, i suoi fratelli più piccoli erano tutti pronti a ricominciare a correre.
"Possiamo incamminarci di nuovo!"
"Andiamo!"
Ray si guardò intorno, osservando i volti della sua famiglia illuminati dalle stelle.
Quella finestra rotta era stata riparata da Isabella il giorno seguente, quindi nessun altro, a parte i 3 bambini più grandi, era mai salito sul tetto.
(Ovviamente.)
Ray mormorò nel suo cuore. Dopotutto, colui che aveva informato la Mamma era stato proprio lui.
Aveva derubato per sempre ai suoi fratelli la possibilità di vedere le costellazioni... o almeno così avrebbe dovuto essere.
"Un giorno in cui avremo un'avventura tutti insieme, eh?"
Pensava che un giorno del genere non sarebbe mai arrivato. Forse poteva essere possibile per Emma e Norman, ma per gli altri sarebbe stato solo un miraggio.
Ma ora, insieme ai fratelli più piccoli che sarebbero dovuti rimanere nella casa, avevano iniziato un duro viaggio verso la libertà.
"Ray?"
Ray scosse dolcemente la testa verso Emma, che si era girata.
"Non è niente. Andiamo."
Sopra di loro, alla fine del sentiero che collegava una stella alla successiva, splendeva una stella immobile, piccola ma luminosa.
Quella stella era una speranza, era un ideale, era l'altro fratello che sarebbe dovuto sopravvivere.
(Te lo giuro, Norman...)
"Continuerò a vivere anche a nome tuo, e guiderò tutti."
Sotto la luce delle stelle, insieme alla sua famiglia, Ray iniziò a correre.
Norman[]
Norman, che avrebbe dovuto essere spedito. Ciò che lo supporta nel suo isolamento è...
In uno spazio chiuso da fredde pareti bianche e vetri, un ragazzo era seduto sulla scrivania posta al centro della stanza. Le domande apparvero sul monitor e le risolse una dopo l'altra.
Gli uomini vestiti di bianco dietro il vetro osservarono quel giovane soggetto di prova.
"Per il momento, non ci sono ancora stati errori. Tutto giusto."
"Punteggio perfetto, eh? Fino a quanto può durare..."
Questa era Lambda 7214. Norman, che avrebbe dovuto essere spedito, era stato invece trasferito in questa struttura di ricerca. Osservando le prove quotidiane e il modo in cui veniva trattato, Norman aveva capito che anche questo era un'allevamento, ma in un'altra forma.
Senza nemmeno una minima esitazione, Norman continuò a risolvere le domande senza problemi.
Ma alla domanda che apparve successivamente, i suoi movimenti si fermarono per un istante.
- Domanda 169
- Considerando l'anno attuale 2046, nominare la stella che è una variabile cefeide a circa 430 anni luce di distanza dalla Terra, nella posizione α = 2h31.5m e β = + 89°16′.
Senza accorgersene, Norman sollevò la penna.
(Ah...)
Ovviamente, sapeva benissimo la soluzione di questa domanda.
La risposta era la Polaris A dell'Orsa Minore: la stella polare.
Nelle profondità della mente di Norman, gli eventi di quella notte che avevano trascorso sul tetto riemersero con chiarezza. Il cielo pieno di stelle che si estendeva sopra di loro. Il freddo vento notturno e la luce della lanterna... In realtà era un po' spaventato nel momento in cui era uscito sul tetto, ma sicuramente gli altri due non se n'erano accorti.
(Emma, Ray...)
La nostalgia si strinse attorno al suo petto.
I ricercatori notarono l'incertezza del ragazzo. Ma dopo che Norman ricominciò a risolvere le domande, non prestarono ulteriore attenzione alla cosa.
Sentendo l'annuncio che segnava il completamento della 200° e ultima domanda, Norman si tolse le cuffie con innumerevoli cavi che si estendevano da essa.
Per tornare nella stanza che gli era stata assegnata, Norman camminò lungo il corridoio. Anche se avesse alzato lo sguardo per dare un'occhiata, ciò che avrebbe visto sarebbe stato un mero soffitto bianco.
Il cielo non poteva essere visto da questa struttura senza finestre.
(Anche a Grace Field all'inizio non ci era permesso di vedere il cielo stellato, ma...)
Ricordando la ragazza che proponeva sempre idee folli, sfidando ogni assurdità e temerarietà, Norman sorrise debolmente.
In fondo al corridoio della casa, dove si era diffuso l'odore della colazione, Emma si avvicinò correndo, con i suoi capelli lucenti che ondeggiavano.
"Buongiorno! Ehi, andiamo a cercare alcune costellazioni stanotte!"
Ray, l'altro ragazzo che era in sua compagnia, rispose come era prevedibile a quell'improvviso invito.
"Andare fuori di casa nel bel mezzo della notte? È impossibile che la Mamma ci permetta di fare una cosa del genere."
Emma si gonfiò le guance sentendo il rifiuto immediato, ma anche Norman non poteva negarlo. Dopotutto era una delle regole della casa: uscire di notte non era permesso. Anche se lo avessero chiesto alla Mamma, sarebbe stato difficile ottenere l'autorizzazione senza avere una ragione importante.
Non c'era altro modo di vedere le costellazioni oltre alle finestre della loro camera da letto? Norman rifletté. E poi ricordò all'improvviso.
(Finestre...)
"La finestra nella soffitta."
Sentendo il breve borbottio di Norman, Emma e Ray si girarono verso di lui.
Norman l'aveva notato solo per caso.
Mentre giocavano fuori durante il tempo libero, la palla lanciata da uno dei bambini aveva colpito in pieno una piccola finestra nella soffitta della casa. In quel momento, era stato in grado di vedere la rete della finestra tremare leggermente.
Quando andò a controllare qualche ora più tardi, Norman ebbe la conferma: la rete si era allentata. La soffitta non era un posto frequentato dai suoi fratelli più piccoli, quindi pensò che non fosse necessario affrettarsi a sistemarla.
Ne era valsa la pena. La Mamma non sapeva ancora di quella finestra.
Quella notte, tutti e tre scalarono di nascosto il tetto della casa.
L'atmosfera era strana ma meravigliosa. Avevano sempre vissuto nella casa, ma era la prima volta che salivano sul tetto. Si stavano godendo appieno il cielo stellato che si estendeva così lontano da loro.
"Wow..."
Alzando gli occhi al cielo, Norman emise un suono di meraviglia.
Le costellazioni che aveva osservato nei libri adesso erano sparse sopra di loro. Cassiopea, il Gran Carro, e la stella polare alla fine del sentiero che li collega. Una dopo l'altra, i tre individuarono tutte le costellazioni che conoscevano.
"Le costellazioni sono davvero interessanti."
Emma, che si era seduta sul tetto, mormorò mentre guardava il cielo.
"All'interno di una singola costellazione, ci sono sia stelle grandi che quelle piccole. Gli astronomi avrebbero potuto creare costellazioni includendo solo le stelle più grandi, ma hanno deciso di non escludere le altre."
Distogliendo lo sguardo dal cielo, Emma sorrise mentre guardava verso Ray e Norman.
"Le persone che hanno creato le costellazioni erano davvero delle brave persone."
Ray, che stava ascoltando i commenti di Emma, la corresse poco dopo.
"Beh, in realtà le stelle sembrano piccole solo perché sono molto lontane dalla Terra. Le loro dimensioni reali sono davvero enormi."
"È vero. Ad esempio la stella polare, si dice che sia 46 volte più grande del Sole."
"Che cosa!? Sul serio!? Quella lì!?"
Con gli occhi spalancati, Emma indicò ancora una volta quel piccolo puntino in mezzo al cielo notturno. Norman annuì, sorridendo.
"Sì. Inoltre, la stella polare non è nemmeno un'unica stella. In realtà sono tre stelle che sono sovrapposte tra di loro. Quella che vediamo noi è solo la stella più grande delle tre, Polaris A."
"Oh, capisco. Quindi in realtà ci sono tre stelle laggiù..."
Gli occhi di Emma brillarono mentre parlava.
"Proprio come noi!"
Sdraiato sul letto nella sua stanza, Norman guardò il soffitto. Un mobile sospeso dei pianeti, forse inteso come una decorazione interna, si muoveva leggermente nella debole brezza proveniente dalla presa d'aria.
Da qui, non era possibile vedere il vero cielo notturno.
Ma facendo dei calcoli basandosi sulla data e l'ora, poteva approssimativamente immaginare quali costellazioni fossero ora sparse sopra questa struttura.
(Ancora un altro po'...)
Proprio come quella notte, in questo momento Cassiopea e il Gran Carro dovrebbero essere proprio sopra di lui. Norman chiuse gli occhi. Dietro le sue palpebre, apparve la disposizione delle stelle, sovrapposte ai volti dei suoi fratelli.
(In qualche modo, con tutti...)
Voleva rendere la fuga un successo, senza che mancasse nemmeno una persona.
Una sola stella non poteva fare una costellazione. Fu a causa delle innumerevoli stelle che coprivano il cielo notturno che nacquero così tante fiabe e leggende. Le grandi stelle e anche le piccole stelle; se mancasse anche solo una di loro, le costellazioni sarebbero completamente diverse.
E senza le costellazioni, sarebbe difficile anche trovare la stella guida: la stella polare.
Ricordò le parole che Emma disse quella notte.
"Quando lasceremo la casa, e avremo un'avventura tutti insieme, allora potremo usare questa stella polare come punto di riferimento!"
In quel momento, Norman ricordò di aver riso, pensando che fosse normale per una come Emma avventurarsi nei posti più assurdi una volta uscita dalla casa. Ma ora, la loro vita si è trasformata in una battaglia per la sopravvivenza, all'interno di un mondo pieno di pericoli che vanno ben oltre una semplice avventura. Con quali emozioni Ray aveva ascoltato quelle parole, sapendo già tutta la verità? Sotto lo stesso cielo, in questo momento Emma e Ray stavano probabilmente combattendo da qualche parte, per proteggere disperatamente i loro fratelli.
Consapevole di essere osservato, Norman alzò la mano sinistra.
Allo stesso modo, indicò la stella che i tre individuarono quella notte.
(Emma, Ray... aspettatemi.)
Molto presto, sarebbe riuscire a fuggire da qui. Stringendo la mano, Norman la tirò verso il suo petto.
Facendo affidamento su quella stella polare, un giorno sarebbe riuscito a ricongiungersi con i suoi fratelli.
Curiosità[]
- Il racconto è stato ispirato dalla copertina del Capitolo 119, che mostra Emma, Norman e Ray che osservano le stelle sul tetto di Grace Field.
Riferimenti[]
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