La seguente pagina contiene un elenco di interviste effettuate da parte di vari media giapponesi agli autori di The Promised Neverland: lo sceneggiatore Kaiu Shirai, la disegnatrice Posuka Demizu e l'editor Suguru Sugita. Per semplicità di lettura, le risposte di Kaiu Shirai verranno indicate come Shirai, quelle di Posuka Demizu come Demizu, e quelle di Suguru Sugita come Sugita. Le interviste sono elencate in ordine cronologico.
Shueisha[]
- Data
- 4-5 Febbraio 2017
Una chiaccherata con i creatori del titolo non convenzionale del momento, "The Promised Neverland": da un manoscritto di 300 pagine al debutto.
The Promised Neverland (Storia: Kaiu Shirai / Arte: Posuka Demizu), la serie non convenzionale e piena di suspense che viene pubblicata su Weekly Shōnen Jump a partire dallo scorso Agosto, sta suscitando parecchio interesse in questo periodo.
Lo scorso anno ha vinto il premio "Mandou Kobayashi Manga 2016" come serie nuova più promettente, ed è stato anche uno dei 13 titoli che ha ricevuto una nomination per il premio "Manga Taisho 2017".
L'ambientazione della storia è "Grace Field House", un orfanotrofio isolato all'interno di un bosco. Grace Field è un posto pacifico, dove 38 bambini, tutti di età inferiore ai 12 anni, vivono felicemente insieme all'interno della casa, sotto le cure della loro gentile "Mamma", la graziosa Isabella... o almeno così sembra. Un giorno però Emma, una bambina di 11 anni che fa parte del gruppo degli orfani più grandi, va a sbattere contro la cruda verità riguardo la struttura.
Con l'aiuto di Norman, un bambino geniale che ha la sua stessa età, Emma tenta di salvare le vite dei suoi amici progettando segretamente una fuga dall'orfanotrofio.
I lettori di The Promised Neverland descrivono l'opera così: "È un manga di Jump, ma non sembra affatto una storia tipica del Jump!"; "Anche se è un manga, ho la sensazione di stare guardando una serie TV americana di alto livello, e sono sempre ansioso di leggere il capitolo successivo!". Anche se viene pubblicato sotto l'etichetta Shōnen Jump, un marchio classico che guida l'industria dei manga in Giappone, The Promised Neverland non viene limitato dalla visione del mondo imposta dalla rivista, ed ha ottenuto il sostegno per il suo stile unico e disinibito.
Lo scorso venerdì, il 3 Febbraio, è stato pubblicato il Volume 2 dell'opera. Abbiamo colto questa opportunità per organizzare, in esclusiva assoluta, la prima intervista con entrambi gli autori e con Suguru Sugita, che ha lavorato come editor della serie fin dalla sua prima pubblicazione. I tre hanno condiviso parecchie storie con noi, da alcuni aneddoti dietro le quinte riguardo l'inizio di questa serie senza precedenti, fino ad alcuni approcci creativi dietro il suo stile!
* * *
―Per entrambi, questa serie segna il vostro debutto su Weekly Shōnen Jump. E per quanto riguarda lo scrittore, Shirai-sensei, ho sentito dire che questa è la tua prima serie in assoluto, come creatore di manga?
Shirai: Sì, esattamente.
―Invece l'artista, Demizu-sensei, ha già lavorato su altre serie pubblicate in altre riviste.
Demizu: Esatto. Confesso che provengo da una casa editrice concorrente di Shueisha. Ho lavorato per la rivista "Coro Coro Comic" pubblicata dalla Shogakukan.
―Come siete finiti a lavorare insieme? Per iniziare, diteci come e quando questa serie è stata creata.
Demizu: Beh, tutto è iniziato da un manoscritto grezzo e disordinato che Shirai-sensei ha creato circa 3 anni fa.
―Eh!? Quindi il prototipo di questa serie esisteva da già 3 anni?
Shirai: Esatto. Ma non è che fosse qualcosa che ha vinto un premio, o che tutte le case editrici desiderassero avere. Era solo un semplice manoscritto che ho mostrato personalmente all'editor, senza che nessuno mi abbia chiamato.
―Quindi sei stato tu a chiamare ripetutamente le case editrici, nella speranza che uno dei tuoi lavori venisse pubblicato e diventare così un creatore di manga?
Shirai: No, non è andata esattamente così. In un certo senso, suppongo che tutto sia avvenuto quasi per caso... Innanzitutto, dopo essermi laureato all'università, ho lavorato come impiegato d'ufficio di un'azienda. Nello specifico, si trattava di un lavoro che non aveva assolutamente alcuna connessione nè con la scrittura di storie nè con il disegno o l'arte.
―E cosa ti ha portato a reinventarti come creatore di manga?
Shirai: Ripensandoci, ad un certo punto credo di aver iniziato a desiderare di voler lasciare al mondo qualcosa di tangibile. Il mio mestiere mi piaceva e guadagnavo bene, ma stavo lavorando costantemente, ed era un lavoro che non lasciava alcuna traccia fisica di quello che facevo. Non sto criticando i lavori che non lasciano tracce, ma dopo aver lasciato quel lavoro, ho pensato che mi sarebbe piaciuto fare un lavoro che avrebbe lasciato qualcosa, qualunque cosa.
―Quindi è per questo motivo che hai iniziato a gravitare verso il mondo della scrittura?
Shirai: Sì. Non avevo mai scritto una storia prima di quel momento, ma ho sempre avuto un certo interesse e una profonda ammirazione per coloro che lavorano in questo campo. Ho pensato: se voglio davvero farlo, allora devo dare il meglio di me stesso. Quindi ho iniziato a creare storie, le ho revisionate e le ho trasformate in vere e proprie storyboard di manga. Poi ho spedito le storyboard in vari concorsi qua e là, in modo che le persone lo leggessero. Ma, ehm, nessuno mi ha mai contattato (ride). Era una missione senza speranza.
Ho iniziato a pensare: "Beh, a questo punto è ovvio che non ho alcun talento!", e sono stato molto vicino ad arrendermi. Ma ho pensato che sarebbe stato un peccato porre fine a tutto in un modo così patetico, quindi ho deciso di fare un ultimo tentativo ed ho iniziato a disegnare un altro manoscritto, ed alla fine quel manoscritto è diventato il prototipo di The Promised Neverland. Comunque, è finito per diventare un manoscritto molto lungo. A furia di scrivere e disegnare, sono arrivato a fare oltre 300 pagine...
―Oltre 300 pagine, così dal nulla!?
Shirai: Ovviamente molte cose sono cambiate completamente se confrontiamo la storyboard con la storia attuale ma, mettendo da parte i dettagli, la storyboard iniziava con i protagonisti che scoprono il segreto dell'orfanotrofio, e finiva subito dopo la fuga dalla casa. Quindi, data la natura del progetto, non ho davvero potuto rispettare il limite di pagine che un normale manoscritto, per convenzione, dovrebbe avere.
―Una cosa del genere sarebbe davvero troppo ingombrante per presentarla ad un concorso, non è così?
Shirai: Già. E come se non bastasse, quella era la lunghezza della storyboard nella sua forma grezza, quindi non sapevo davvero cosa farmene. Ma era difficile accorciare una storia del genere, ed inoltre, quando l'ho mostrata ad un mio amico, l'amico mi ha detto: "È magnifica: devi assolutamente portarla a qualcuno e dirgli che vuoi trasformarla in una serie." Quindi ho pensato: "Va bene, farò come dice il mio amico e proporrò la mia storyboard non come un normale manoscritto di poche pagine, ma come una sceneggiatura di una storia originale."
In ogni caso, volevo chiedere ad un editor professionista se la mia storia aveva il potenziale per diventare un manga. Se non avesse funzionato, avrei accettato il fatto che non ho alcun talento e mi sarei definitivamente arreso. Alla fine ho portato la mia storyboard nel dipartimento editoriale di Weekly Shōnen Jump, e l'editor che ha dato un occhiata al mio lavoro è stato colui che adesso è il mio editor, Suguru Sugita.
―E questo spiega perché sono passati tre anni.
Shirai: Esatto.
-Sugita, che cosa hai pensato quando Shirai ha portato sulla tua scrivania un manoscritto grezzo di oltre 300 pagine? Dubito che altri creatori di manga arrivino a tanto...
Sugita: Ho ricevuto una chiamata da qualcuno che voleva mostrarmi un manoscritto, e allora ho deciso di fissare un appuntamento con lui. Ma non avrei mai immaginato che ci sarebbe stato così tanto materiale, tant'è che avevo programmato un altro tipo di lavoro un'ora dopo questo appuntamento. Poi ho incontrato Shirai e all'improvviso mi sono ritrovato con un mucchio di 300 pagine di fronte a me (ride). C'era abbastanza materiale per riempire 15 capitoli. È stato scioccante.
Ho pensato di iniziare a leggere il manoscritto dall'inizio, e poi di fermarmi non appena avrei iniziato ad annoiarmi, per poi parlare con l'autore dandogli la mia opinione riguardo quello che avevo letto fino a quel punto... Ma era una storia affascinante, e alla fine ho letto l'intero manoscritto, dall'inizio alla fine, tutto d'un fiato. A quel punto ho iniziato a pensare: "Ho tra le mani qualcosa di incredibile!".
A quel tempo, però, Shirai non aveva vinto alcun concorso e non aveva un passato di pubblicazioni in altre riviste, quindi per far debuttare questa serie, ho dovuto lavorare parecchio per convincere l'intero dipartimento editoriale. Comunque, il materiale era decisamente buono, e volevo esporre questo talento al mondo a tutti i costi.
―La decisione di affidare l'incarico dei disegni a qualcun altro è stata presa durante quella fase?
Shirai: Esattamente. Per essere più precisi, questa era sempre stata la mia intenzione fin dall'inizio, e dopo averne discusso con Sugita, insieme abbiamo concordato con questa decisione.
Sugita: In termini di sostanza questa storia, anche se principalmente è di genere fantasy, contiene anche degli elementi horror e di suspence. Quindi sentivamo che, a meno che non avessimo avuto qualcuno che potesse realizzare disegni di vario tipo e in modo integrato, non saremmo mai stati in grado di far emergere le vere qualità della storia. Le abilità artistiche di Shirai erano ancora in fase di sviluppo, e allora ho pensato che aggiungere un artista professionista che potesse fare quel genere di lavoro avrebbe sicuramente migliorato il progetto. Dopotutto, il vero cavallo di battaglia di Shirai è la narrazione.
Shirai: E alla fine, dopo aver approcciato svariati artisti, abbiamo finalmente incontrato una persona che ci ha fatto immediatamente pensare: "È lei quella che cerchiamo!". Quella persona era Demizu-sensei.
―Ed ora, finalmente, Demizu-sensei entra in gioco!
Demizu: Sì, finalmente! (ride). Per dire la verità, se pensiamo ai 3 anni che Shirai e Sugita hanno speso in preparazione di questo progetto, io ho fatto il mio ingresso abbastanza tardi. Nello specifico, mi sono unita al team subito dopo l'inizio del 2016.
―Ma questa serie non è la prima in cui voi due avete lavorato insieme, vero?
Shirai: È vero. La prima è stata una storia one-shot intitolata: "Il desiderio di Poppy". È stata pubblicata nella rivista Jump+.
―Se non sbaglio è stata pubblicata nel Febbraio 2016, 6 mesi prima dell'inizio della pubblicazione di The Promised Neverland.
Demizu: Esatto. La serie su cui stavo lavorando in un'altra rivista si era appena conclusa, e subito dopo Shirai e Sugita mi hanno contattato. La mia risposta è stata: "Sì, assolutamente, facciamolo!".
―Quindi è stato Shirai-sensei quello che ha fatto l'approccio iniziale?
Shirai: Sì. Già prima di incontrarci ho avuto modo di osservare i disegni di Demizu, ed ho pensato che erano magnifici. Ma non potevo approcciarla mentre stava lavorando per qualcun altro, quindi ho aspettato con pazienza che concludesse la sua serie, e poi ho colto la palla al balzo (ride). Sono entrato preparato per essere respinto, ed invece Demizu ha accettato immediatamente.
Demizu: All'inizio, Shirai mi ha contattato attraverso Sugita. Poi ho letto "Il desiderio di Poppy" per la prima volta, e come dovrei dirlo... Personalmente, è andata dritta nel mio cuore, ed ho pensato: "È davvero una storia incredibilmente buona!". Ho detto loro "Voglio assolutamente farlo!", e siamo partiti da lì.
―Quindi è stato amore a prima vista per entrambi?
Shirai: Sì, anche se all'inizio era più un mio amore non corrisposto. Praticamente ero solo un fan (ride). Avevo perso la testa per la sua arte molto prima che ci incontrassimo, e francamente, ho pensato: "Non mi interessa se è solo per una one-shot, voglio lavorare con Demizu-sensei almeno una volta, a qualunque costo!"
―In particolare, qual è stata la cosa che ti ha fatto innamorare della sua arte?
Shirai: Beh, se iniziassi ad elencarti le cose che mi piacciono, probabilmente non finirei più (ride). Innanzitutto, i suoi personaggi sono davvero vivaci. Ha anche un talento fantastico nel dipingere le espressioni e può disegnare assolutamente qualsiasi scenario. È anche in grado di creare un look completo per il mondo. Ma soprattutto, i suoi disegni dei bambini sono carini. I suoi personaggi di contorno sono molto più importanti dei normali personaggi di contorno, per il modo in cui li disegna!
―Non stavi scherzando quando dicevi che non ti saresti fermato (ride).
Shirai: E c'è molto di più, credimi! (ride). Quindi, quando ha accettato di fare i disegni per "Il desiderio di Poppy", ero elettrizzato. Il fatto è che, quando ho iniziato a progettare quella one-shot, ho capito che se avessimo trovato qualcuno che potesse rappresentare correttamente il mondo di "Poppy", allora quel qualcuno sarebbe stato anche capace di disegnare "The Promised Neverland"... Beh, questo dando per scontato che avrebbe accettato di fare questo lavoro.
Poi, quando ho dato una prima occhiata ai disegni di Demizu della one-shot, erano ancora più fantastici di quanto potessi immaginare. A quel punto le ho detto che mi sarebbe piaciuto se anche lei si fosse occupata di gestire la serie, se possibile.
Demizu: Sono davvero onorata. Niente potrebbe rendermi più felice dell'udire queste parole da parte di uno scrittore che ha tanto talento quanto te.
―Quindi è così che sei diventata responsabile dei disegni di The Promised Neverland.
Demizu: Esatto. Ma all'inizio, quando ho letto i primi 3 capitoli della storia, mi hanno provocato un altro shock. Il mio primo pensiero è stato, "Eh? Questa non è affatto una storia da Jump!" (ride). In un certo senso, si poteva pensare la stessa cosa anche con "Il desiderio di Poppy", ma "Neverland" era ancora più distante dal tono che traspare tipicamente su Shōnen Jump.
Shirai: Uhm, beh... In realtà Demizu non era l'unica a pensarla così. La maggior parte degli artisti a cui avevo mostrato la storia mi avevano detto la stessa cosa (ride).
―È vero, è molto lontana dalla formula standard dei tipici manga shōnen. Per cominciare, è insolito avere una bambina come protagonista di uno shōnen. C'è qualche motivo particolare dietro a tutto questo?
Shirai: No, è stata semplicemente l'idea che ho avuto in mente quando ho iniziato a scrivere il manoscritto di 300 pagine. Quando ho creato la storia, non stavo cercando di creare una storia per Jump. E dopo che ho contattato Sugita, non ho provato a modificare la storia o ad adattarla allo stile Jump; l'ho portata così com'era. Ho pensato: "Se quel dettaglio non gli piace, allora lo cambierò". Ma alla fine, Sugita non ha detto nulla di particolarmente negativo, quindi non c'era motivo di cambiare.
Sugita: In realtà ho fatto notare quel dettaglio a Shirai! Infatti, se mi ricordo bene, ero decisamente dubbioso a riguardo (ride). Ma la storia era già molto interessante così com'era, e ho pensato che se avessimo tentato di sbilanciare quell'equilibrio così squisito, avremmo potuto finire per uccidere l'intera storia.
In ogni caso, la storia nel suo complesso evitava costantemente la formula standard di Jump, ed era affascinante vedere questa serie distinguersi il più possibile da tutte le altre. Ho pensato che probabilmente sarebbe andato tutto bene.
Shirai: Ero molto grato a Sugita per aver permesso tutto questo. Ma volevo comunque sperimentare qua e là, per vedere se facendo le cose in questo modo, avremmo ottenuto il successo che speravamo. A tal fine... Prima che la serie iniziasse nella rivista principale, mi hanno incaricato di scrivere un paio di one-shot da pubblicare su Jump+, e quando ho iniziato il lavoro, mi sono assicurato che entrambi si discostassero dalla formula Jump classica, per vedere come avrebbero reagito i lettori. I personaggi erano molto superficiali, ma usavo l'aspetto dei loro mondi e dei particolari scenari narrativi per avanzare la trama. Insomma, tutte cose totalmente insolite per un manga Jump (ride).
―Quindi "Il desiderio di Poppy" faceva parte di questa strategia. Era un lavoro preparatorio per la serie che stava per iniziare nella rivista principale.
Shirai: Giusto. E abbiamo ricevuto una risposta positiva dai lettori, una risposta che ci ha convinto definitivamente a continuare con la nostra strategia attuale. Alla fine, abbiamo deciso di fare il grande passo e ci siamo preparati per il debutto della serie.
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―La serie è iniziata ad agosto 2016. Come abbiamo discusso in precedenza, il fatto che non si adatti alla formula standard di Shōnen Jump ha suscitato immediatamente scalpore. Anche la sua ambientazione, che ricorda l'Europa o l'America, è unica, e rimuovere intenzionalmente i paesaggi e i luoghi tipici del Giappone, per i quali i lettori potrebbero identificarsi, sembra una mossa insolita.
Shirai: Il fatto è che, con una storia non convenzionale come questa, ho pensato che ambientarlo in un paesaggio giapponese potesse dare ai lettori l'impressione che qualcosa fosse fuori posto. Avere uno scenario familiare sullo sfondo renderebbe più ovvio che la trama sia finta, e non volevo una cosa del genere.
―In parte a causa di quell'atmosfera, le persone che leggono la serie hanno la sensazione di stare seguendo una serie TV americana. Ci sono lavori che ti hanno influenzato come creatore?
Shirai: Oh sì, parecchi. Anche limitandomi a ciò che mi ha influenzato come creatore di manga nello specifico, ci sono un sacco di artisti che mi hanno ispirato. Per quanto riguarda la divisione delle vignette, direi Naoki Urasawa (autore di "Monster" e "20th Century Boys"). Le mie storyboard tendono a essere suddivise elegantemente, e nelle mie pagine sono presenti numerose vignette, ma quelle relativamente importanti sono disegnate in modo apparire più grandi: quel metodo è tipico di Urasawa.
Per le linee immaginarie e la logica dietro il saper dirigere lo sguardo del lettore, ho studiato le tecniche di Takeshi Obata ("Death Note"). Ho anche amato "Neuro: Supernatural Detective", quindi sono stato profondamente influenzato da Yusei Matsui ("Assassination Classroom"), e ho imparato a dipingere la suspense da Hirohiko Araki ("Le bizzarre avventure di JoJo"). Ho raccolto le cose un po' alla volta, da tutti i tipi di artisti.
―Però sembra che ci siano altri tipi di influenze importanti oltre ai manga. Forse dei film o delle serie TV?
Shirai: Sì, guardo spesso anche i film. Mi piacciono diversi generi, ma se dovessi nominarne uno, c'è un film di suspense con Elijah Wood e Macaulay Culkin: "L'innocenza del diavolo". Lo adoro assolutamente.
―Quindi sei stato ispirato dalla suspence. Lo immaginavo.
Shirai: Esatto. Nel film Macaulay Culkin è un bravo ragazzo di fronte agli altri, praticamente angelico, ma la sua anima è nera come la pece, e solo Elijah Wood sa chi è veramente. In "The Promised Neverland", la Mamma è proprio così. Mi piacciono i personaggi a due facce come loro, e scenari che ti fanno sobbalzare per la tensione.
―Ci sono chiari indizi sulle radici della storia in questo aneddoto (ride). Inoltre, il fatto che non si riesca a capire chi sta dicendo la verità e chi invece sta mentendo ed è un traditore, è simile a uno dei migliori esempi di questi programmi TV americani, la serie "24"...
Shirai: Come tu sospetti, all'inizio ho parlato con Sugita e ho lavorato intenzionalmente per raggiungere questo scopo. Dopotutto, anche in Jump, altre serie usano battaglie feroci per creare scene d'azione intense, mentre noi dovevamo usare delle scene più psicologiche per catturare l'attenzione del lettore. Non c'era altra scelta.
―Il punto focale è davvero la guerra psicologica, non delle battaglie vere e proprie, non è così? Penso che il ruolo dei demoni sia quasi simbolico in questo senso. Nel primo capitolo erano grotteschi e terrificanti, ma poi non si fanno più vedere per parecchio tempo. Questo certamente non significa che tutto sia tranquillo, perché non sappiamo cosa stanno pensando gli umani, e questo li rende più spaventosi dei demoni...
Shirai: Proprio per questo motivo il talento di Demizu è estremamente importante. Dobbiamo sempre fare attenzione ad evitare di rendere la storia monotona. È strano per me dire una cosa del genere, dato che sono io stesso a creare le storyboard, ma in questa serie, penso che ci sia un equilibrio e un tempismo molto delicato riguardo i disegni da mostrare per mantenere l'attenzione dei lettori. Importante è anche l'interesse che si genera quando un personaggio sorridente diventa improvvisamente terrificante nel mezzo di una scena apparentemente tranquilla.
―Le espressioni facciali di Sorella Krone sono davvero incredibili, non è vero?
Shirai: Non vedo l'ora di vedere quello che le viene in mente. È intelligente, ma anche quando i suoi piani falliscono, è davvero accattivante. La adoro! (ride).
Demizu: Anche a me piace Krone: è divertente da disegnare.
―Sono anche un grande fan del modo in cui Isabella cura ogni minimo dettaglio, e riesce a nascondere o a mostrare tutta la sua malizia tra una vignetta e l'altra
Demizu: Per quanto mi riguarda, la Mamma è eccitante da disegnare tanto quanto Krone.
―Di cosa si tratta, esattamente?
Demizu: Vedi, la Mamma è l'unica che non perde assolutamente il controllo. Tra i personaggi attualmente nella storia, penso che sia l'unica che deve essere sempre disegnata in maniera perfetta. Questo significa che non posso mai perdere la concentrazione mentre la sto disegnando. Devo osservare nitidamente ogni minimo dettaglio, proprio come lei!
Shirai: Riflettendoci bene, pensando ai tipi di personaggi che sono, sia Krone che la Mamma devono essere davvero difficili da disegnare. Ma anche quando si tratta del dettaglio più sottile, Demizu ha una padronanza del disegno così buona che ogni volta che le dico una cosa, lei ne capisce dieci, e così... Ogni volta che faccio una richiesta, mi sento eccitato di vedere il risultato finale.
Demizu: Come puoi ben immaginare, però, ad ogni richiesta sono nervosa, e penso continuamente: "Questa espressione è davvero quella giusta? Non mi sono allontanata da quello che intendeva Shirai, vero?"
Shirai: No, no, non ci sono affatto problemi del genere! Dico sul serio. L'unica cosa che ho da dirti ogni settimana è "Grazie di cuore"! (ride).
Demizu: Il merito è anche tuo, perché disegni le tue storyboard abbastanza bene, e quindi riesco a cavarmela senza interpretare male.
Sugita: Dal mio punto di vista, quando lo scrittore e l'artista sono due persone diverse, è esattamente la cosa di cui ho bisogno di prendermi più cura in generale. Ad esempio, anche quando si tratta dell'espressione di un singolo personaggio, c'è inevitabilmente un divario tra ciò che lo scrittore visualizza mentre scrive una determinata scena, e l'espressione che l'artista immagina da quella scena.
Nei progetti in cui la storia e l'arte vengono create separatamente, il più grosso problema è cercare di aggiustare quelle sottili differenze di vedute tra lo scrittore e l'artista, fino ad ottenere il risultato migliore possibile. Se la questione viene sottovalutata o ignorata, le intenzioni dello scrittore e ciò che invece viene letto dagli appassionati potrebbero essere completamente diversi, e in questo modo può diventare impossibile continuare la storia in maniera efficace. A causa di queste preoccupazioni, prima di iniziare la serie, avevamo bisogno di una one-shot come "Il desiderio di Poppy" per valutare la loro compatibilità.
Solo i creatori che lavorano insieme per molti anni riescono a capire cosa sta pensando l'altro. Tuttavia, fin dal loro primissimo lavoro insieme, questi due non hanno avuto quasi nessuna differenza di interpretazione! È stato un accoppiamento miracoloso, in un certo senso mi fa venire i brividi. Per dirla in altro modo, questo miracolo mi ha risparmiato un sacco di lavoro (ride). Dopotutto, quando le visioni di 2 creatori non si adattano, è compito dell'editor trovare una soluzione adatta ed efficace.
Shirai: Ad ogni modo, per me è chiaro che Demizu, dopo aver letto e studiato a fondo i miei abbozzi, inizia a considerare ogni sorta di possibilità. In certi casi le espressioni che disegna, piuttosto che essere esattamente quelle che immaginavo, finiscono spesso per superare ciò che avevo in mente. Ecco perché ogni volta che le dò una sceneggiatura grezza, non vedo l'ora di vedere che tipo di pagine disegna. Penso: "Ah, così ha fatto questa cosa qui!". Ogni volta che succede, mi rende davvero felice.
―Puoi nominare una scena specifica?
Shirai: Prendi la vignetta finale del capitolo 9, quando Norman sorride. È esattamente quello di cui sto parlando.
Demizu: Oh sì, ricordo quella scena (ride).
Shirai: Nella sceneggiatura originale Norman non sorrideva, e non sorrideva neanche nelle bozze di Demizu. Ma quando ho controllato il manoscritto finale, ho notato che aveva questo sorriso indescrivibile. All'inizio, a causa di ragioni che avevano a che fare con la trama, ho pensato: "Aspetta, cosa diavolo è questo?". Ma mentre lo guardavo, mi sono reso conto che quell'espressione era davvero la migliore possibile. Mi ha fatto sentire che era così che doveva essere. E a quel punto, l'abbiamo semplicemente mantenuto così, senza correggerlo. (ride)
―Questa può essere la parte migliore dell'avere uno scrittore e un'artista separati.
Shirai: Sì, quando Demizu finisce il suo lavoro, spesso si rivela essere molto meglio di quanto avrei mai potuto prevedere. Demizu disegna in quel modo davvero molto spesso, e lo apprezzo davvero.
Demizu: Proprio come Shirai non vede l'ora di vedere i miei disegni, dal mio punto di vista, non vedo l'ora di mettere le mani sulle sue storyboard ogni settimana. In parte è per il semplice fatto che, come fan, riesco a leggere il prossimo capitolo della storia prima di chiunque altro, ma c'è dell'altro (ride).
Per prima cosa dò un'occhiata veloce alle bozze, cercando il momento saliente di quel capitolo. Quella è la parte del lavoro che attendo di più ogni volta. E poi, la cosa sorprendente di Shirai è che, ogni tanto, mi manda delle richieste per disegnare una determinata scena, ma senza dirmi nulla sugli sviluppi futuri. È sempre divertente, sai. Penso: "E ora cosa succederà?" (Ride)
Shirai: Beh, quando una persona viene a sapere in anticipo una certa cosa, poi non riesce più ad immaginarsi altri tipi di scenari, anche volendo. "Oh, questo personaggio sta dicendo cose così gentili qui, ma so già che in realtà sta mentendo..." Quel genere di cose, insomma. Quindi, quando non le rivelo nulla, lo faccio perché non vedo l'ora di vedere che cosa le verrà in mente per rappresentare quella scena.
―Se hai intenzione di ingannare i lettori, inizia ingannando il tuo stesso artista?
Demizu: È esattamente così (ride). In momenti come questi, penso intensamente e mi trovo spesso in difficoltà, ma allo stesso tempo è divertente; sembra una sfida terribilmente affascinante. Disegnare e allo stesso tempo immaginare il futuro della storia e le ragioni per cui Shirai ha deciso di fare le cose in questo modo, mi mette in una posizione che è a metà strada tra il lettore e il creatore, ed è affascinante.
Shirai: Sono davvero grato che lei si sprema le meningi su tutte le mie storyboard, e come scrittore, ho un profondo rispetto per questo. Oh, e una volta è successa una cosa che penso sia davvero incredibile: mentre stava lavorando su uno dei miei manoscritti, Demizu ha iniziato ad inventarsi dei nomi per tutti i personaggi di contorno, e ha persino aggiunto delle informazioni di base sulla loro personalità.
―Aspetta, non intenderai dire... tutti i bambini dell'orfanotrofio!?
Demizu: I personaggi secondari sono divertenti (ride). E poi tutti i bambini dell'orfanotrofio sono importanti per Emma e gli altri protagonisti. Sono compagni preziosi. Mentre li stavo disegnando, ho avuto come un'epifania, una valanga di pensieri... Non sapevo quanto potere creativo mi era permesso avere, ma dato che avevo inventato tutto questo, ho pensato di fare un tentativo ed inviare tutto a Shirai. E alla fine ha deciso di inserire tutto nella storia (ride).
Shirai: In quel momento le uniche cose che avevo già pianificato, a parte i personaggi principali, erano il numero di bambini all'interno dell'orfanotrofio e la loro età. Ma poi lei ha iniziato a dire cose tipo: "Questo bambino è probabilmente questo tipo di persona, non è vero?", e ha iniziato a pianificare nei dettagli tutte le cose che io invece avevo trascurato.
In quel momento ho pensato: "C'è un sacco di lavoro da fare, e nonostante tutto lei è riuscita a pensare a tutto questo. Dove diavolo ha trovato il tempo libero per farlo?" È quasi commovente avere qualcuno che legga le mie storyboard in modo così approfondito. Ad ogni modo, io le chiedo un sacco di cose riguardo i dettagli secondari di questa serie, proprio perché so che lei possiede tutte le competenze. Per esempio, Demizu si è occupata della struttura e le planimetrie dell'orfanotrofio, e lavorando su quelle, abbiamo pensato e deciso insieme alcuni sviluppi futuri della storia.
Demizu: Mi piace inventarmi dettagli riguardo lo sfondo, l'ambientanzione. È lo stesso discorso dei personaggi secondari: una volta che comincio a pensarci, non riesco a smettere, e finisco sempre per usare tutte le mie idee (ride).
Shirai: E di conseguenza, la presenza di Demizu continua a rendere l'ambientazione della storia sempre più dettagliata. Pensavo già di aver reso le cose abbastanza elaborate per conto mio, ma lei è più impressionante di me. E dato che le cose stanno così, come creatore, non posso permettermi di dormire sugli allori (ride).
Demizu: Ma ciò che mi rende davvero felice è che Shirai considera seriamente tutti i miei suggerimenti. Voglio dire, ho pensato ad una marea di idee riguardo le informazioni di base della storia e poi le ho inviate, ed ogni volta Shirai ha risposto alle mie proposte, aggiungendo lui stesso dei commenti. Quando li guardo, posso dire con certezza che Shirai ha davvero considerato attentamente le mie idee. È davvero molto soddisfacente.
―Questa è davvero una relazione ideale, non è vero? Nessuno sospetterebbe mai che lavorate in squadra da meno di un anno.
Shirai: sono d'accordo. Dal profondo del mio cuore, penso di aver avuto la fortuna di imbattermi in un'artista davvero eccellente!
Demizu: No, no, la cosa è reciproca (ride).
―Va bene, ci stiamo avvicinando all'ultima domanda. La serie viene definita "non convenzionale" abbastanza spesso, ma cos'è esattamente che volete comunicare ai lettori attraverso questa storia?
Shirai: È estremamente semplice: Shōnen Jump spesso usa come suo slogan le parole "Amicizia, impegno, vittoria", ed è esattamente quello che vogliamo fare qui. Sì, questa serie ignora più volte le formule standard di Jump, quindi la gente potrebbe pensare che siamo contrari a questo slogan. Ma anche se la nostra protagonista è una bambina, e anche se non ci sono scontri fisici, alla fine tutto quello che vogliamo fare è inventare una storia che si connetta a "amicizia, impegno, vittoria", ma da una prospettiva leggermente diversa (ride).
―Suppongo che tu non possa discutere di sviluppi futuri in molti dettagli, ma... Ad esempio, hai già pensato alla storia e all'ambientanzione per il mondo in cui Emma e il suo gruppo si ritroveranno dopo la fuga?
Shirai: Sì, è già stato tutto deciso. L'ambientazione è già implicita nel titolo "The Promised Neverland".
―Woah, sei davvero sicuro di rivelare così tanto?
Shirai: Sì, non c'è problema. Ho intenzionalmente evitato di usare la parola "promessa" in luoghi e momenti che non hanno alcuna connessione con il titolo, proprio per evitare di dare troppi indizi ai lettori. E continuerò a farlo fino al momento della rivelazione.
―Questo sembra profondamente significativo.
Shirai: In effetti, all'inizio, il titolo che avevo in mente di utilizzare era solo "Neverland". Poi abbiamo deciso che era necessario aggiungere qualcosa, e così è diventato "The Promised Neverland". Ho in mente degli sviluppi che renderanno quel "Promised" nel titolo una parte molto importante della storia, quindi... Per favore, continuate a seguirci!
―Questo è davvero un motivo per cui vale la pena continuare a seguire.
Shirai: Se Emma e gli altri riusciranno a fuggire dall'orfanotrofio, il mio piano è di rivelare subito il significato di "The Promised Neverland", quindi farò del mio meglio per impedire che la serie venga cancellata prima di allora! (ride).
―Demizu, attualmente stai lavorando sui design che saranno utilizzati nella storia dopo la fuga?
Demizu: Sì. Un po' mi spaventa visto che dovrò farmi venire parecchie idee, ma d'altra parte mi sto divertendo un sacco a pensare a cosa potrei fare, anche per conto mio!
―Intanto è già stata programmata la data di rilascio del Volume 3 del manga...
Shirai: Esattamente. I volumi 1 e 2 sono già stati rilasciati, mentre il volume 3 verrà pubblicato ad Aprile. Mi piacerebbe concludere l'arco dell'evasione più o meno tra il volume 3 e il volume 4, e poi passare alla fase successiva della storia. Ma è solo quello che sto pensando adesso, in una maniera molto vaga: in realtà non abbiamo ancora programmato quando avverrà di preciso la fuga.
―E cosa accadrà dopo la fuga... no aspetta, ho già fatto questa domanda, non è vero? La verità è che dopo questa intervista sono ancora più ansioso di vedere come continuerà la storia.
Shirai: Per quanto mi riguarda, secondo me dopo la fuga le abilità uniche di Demizu, che sono state la ragione per cui abbiamo scelto lei come artista, potranno finalmente esprimersi al meglio nel prossimo arco. Verremo catapultati in un mondo che appartiene inequivocabilmente all'arte di Demizu, e anche io non vedo l'ora arrivi quel momento, come suo fan! (ride).
Demizu: Sì, farò del mio meglio. (ride). Ripensando a quel poco che mi è stato già raccontato, sembra proprio che sarà una storia molto interessante, quindi mi assicurerò che gli elementi interessanti siano chiaramente visibili nei miei disegni!
Shirai: E naturalmente anche io farò del mio meglio. Niente potrebbe rendermi più felice di vedere così tanta gente leggere questa storia e commentarla insieme. Grazie mille, e per favore continuate a sostenerci!
―Grazie ad entrambi per aver dedicato il vostro poco tempo libero per parlare con noi oggi.
Kaiu Shirai
Autore: ha debuttato come sceneggiatore nel 2015 con la one-shot "Cosa è successo ad Ashley Goeth", pubblicata su Shōnen Jump+. Nel 2016, ha collaborato per la prima volta con l'artista Posuka Demizu con la one-shot "Il desiderio di Poppy", anch'essa pubblicata su Jump+. Entrambe le storie sono state molto ben accolte, e nell'Agosto dello stesso anno viene pubblicata su Weekly Shōnen Jump la nuova serie della coppia Shirai/Demizu, "The Promised Neverland".
Posuka Demizu
Artista: debutta come illustratrice nella famosa piattaforma per artisti "pixiv". Attiva anche sulla rivista "Coro Coro Comic" con la sua serie "Oreca Battle". Nel 2016 ha fatto il suo debutto su Jump con "Il desiderio di Poppy", ed attualmente è la disegnatrice della serie "The Promised Neverland", pubblicata su Weekly Shōnen a partire dall'Agosto dello stesso anno.
(Intervista e testi/Takahiro Yamashita © Kaiu Shirai e Posuka Demizu/Shueisha)[1][2]
Kono Manga (2017)[]
- Data
- 25 Dicembre 2017
- Descrizione
- Intervista di Kono Manga, parte 1/2
Oggi intervisteremo: Kaiu Shirai (autore) e Posuka Demizu (artista)!
The Promised Neverland è un titolo di grande successo, che ha iniziato a suscitare scalpore subito dopo l'inizio della sua serializzazione su Weekly Shōnen Jump, con il numero totale di copie vendute che ha superato quota 1 milione in un batter d'occhio.
Senza mai fermarsi nella sua ascesa, The Promised Neverland ha dominato una feroce battaglia contro altri manga degni di nota, aggiudicandosi il premio "Kono Manga ga Sugoi! 2018" nella categoria maschile.
I tre personaggi principali - Emma, Norman e Ray - vivono a Grace Field House, un piccolo orfanotrofio, insieme ad altri bambini e ad una "Mamma" gentile. Era una vita tranquilla e felice, e i bambini pensavano che sarebbe andata avanti così per sempre... Ma quella tranquillità ebbe una brusca fine. La realtà dell'orfanotrofio e del mondo crudele in cui vivevano, venne totalmente esposta. Dopo aver scoperto la verità, i bambini, per poter sopravvivere, decidono di fuggire dalla casa!
Quest'opera ha parecchi segreti, nonchè aneddoti non ancora svelati su come i due creatori hanno deciso di collaborare, e tutto questo ha suscitato un intenso interesse da parte dei lettori. All'interno della rivista "Kono Manga ga Sugoi! 2018" troverete una mega-intervista agli autori lunga 8 pagine. Ma qui, in esclusiva su "Kono Manga ga Sugoi! WEB", vi presentiamo un'intervista con l'autore Kaiu Shirai e l'artista Posuka Demizu che include tutti i contenuti extra che non abbiamo potuto stampare a causa delle limitazioni di spazio della pagina. Questa è un'intervista che tutti i fan del manga stavano aspettando con ansia, quindi non perdetevela!
Storia: Kaiu Shirai
Autore: ha debuttato come sceneggiatore nel 2015 con la one-shot "Cosa è successo ad Ashley Goeth", pubblicata su Shōnen Jump+. Nel 2016, ha collaborato per la prima volta con l'artista Posuka Demizu con la one-shot "Il desiderio di Poppy", pubblicata su Jump+. Entrambe le storie sono state molto ben accolte, e nell'Agosto dello stesso anno viene pubblicata su Weekly Shōnen Jump la nuova serie della coppia Shirai/Demizu, "The Promised Neverland".
Disegni: Posuka Demizu
Artista: debutta come illustratrice nella famosa piattaforma per artisti "pixiv". Attiva anche sulla rivista "Coro Coro Comic" con la sua serie "Oreca Battle". Nel 2016 ha fatto il suo debutto su Jump con "Il desiderio di Poppy", ed attualmente è la disegnatrice della serie "The Promised Neverland", pubblicata su Weekly Shōnen a partire dall'Agosto dello stesso anno.
Una serie di successo da parte della coppia perfetta
―Il manga che, per entrambi, è la vostra prima serie in Weekly Shōnen Jump, ha appena conquistato il primo posto nella categoria maschile.
Shirai: Non me lo aspettavo affatto, quindi quando ho ricevuto la notifica sono rimasto sorpreso. Sono elettrizzato, e allo stesso tempo, sono terribilmente grato e anche piuttosto in imbarazzo. Mi piacerebbe condividere questa gioia con Posuka Demizu, con il nostro editor, con il direttore di Shueisha, il designer e i lettori che ci danno il loro costante supporto.
Demizu: Mi piacerebbe molto esultare e rallegrarmi, ma il pensiero che ora molte persone inizieranno a guardare la serie, mi rende davvero agitata.
―Parlateci degli eventi che hanno portato al lancio di questa serie.
Shirai: Ho cominciato spedendo alcune storyboard di manga e facendo alcune telefonate, ma non ho avuto assolutamente fortuna. Poi, mentre stavo studiando per un esame tecnico per un altro lavoro, ho inventato una nuova storyboard e l'ho disegnata in due quaderni, e un mio amico mi ha detto che era un'ottima storia. Quella storyboard era il prototipo di "The Promised Neverland", e all'epoca era lunga più di 300 pagine.
―Trecento pagine!
Shirai: Non solo il numero di pagine era alto, ma era anche il tipo di progetto che non potevo accorciare, quindi ho pensato di doverlo accantonare. Tuttavia, il mio amico mi ha dato una spinta, dicendo: "Anche se è solo una storyboard, non ti arrendere e mostrala a qualcuno." Successivamente l'editor, che poi è anche il mio attuale editor, l'ha elogiata ben oltre ciò che mi aspettavo e ha deciso di promuoverla... Quindi, tecnicamente, sono un autore raccomandato dall'azienda (ride).
―Perché hai scelto di mostrare la tua storia a Jump? A giudicare dal tuo stile, penso che avresti potuto spedirla ad una rivista per adulti, dove ci sarebbero state meno restrizioni riguardo certe scene violente.
Shirai: L'ho fatto perché mi piaceva Jump. Poi dopo averla mostrata, improvvisamente mi sono reso conto: "Oh sai, forse questa non è una storia adatta per una rivista per ragazzi".
―I lettori dicono che questa serie non è la tipica serie di Jump abbastanza spesso, in senso positivo. Cosa ti ha spinto a puntare sulla serializzazione nella rivista principale, Weekly Shōnen Jump, piuttosto che in un'altra rivista di Shueisha?
Sugita: A prima vista, il progetto sembra insolito per Jump. Ma osservandolo più attentamente, alla fine The Promised Neverland è una storia d'azione come tutte le altre di Jump, dove il tema principale è il superamento di avversità e prove al limite dell'impossibile, con il duro lavoro e l'amicizia. Anche in quella telefonata iniziale, Shirai mi ha detto che avremmo dovuto rendere la serie affascinante in un modo nuovo, in particolare pubblicandola nella rivista principale, e così il nostro obiettivo è sempre stato pubblicare la storia su Jump, fin dall'inizio.
―Quindi hai iniziato a preparare la serie basandoti su una storyboard di trecento pagine?
Shirai: Abbiamo perfezionato la storyboard e, mentre ci lavoravamo, abbiamo cercato qualcuno che gestisse i designi. Come parte di questo sforzo, ho scritto altri one-shot, e ne hanno pubblicati due su Jump+ ("Cosa è successo ad Ashley Goeth" e "Il desiderio di Poppy")
―E Demizu-sensei si è unita a te a partire da quella seconda storia, "Il desiderio di Poppy".
Demizu: All'inizio mi avevano detto: "Non c'è alcuna garanzia che saremo in grado di pubblicare nè la one-shot, nè la serie." Fino a quel momento, disegnavo illustrazioni per dei giochi e delle light novel, e stavo lavorando a una serie orientata verso i bambini, nel mensile "Coro Coro Comic" (Shogakukan). Ma questo progetto mi è stato proposto proprio nel momento in cui quella serie si era conclusa, e allora ho pensato: "Anche se ci vorrà del tempo, non c'è davvero alcun motivo per non dare a questa storia una possibilità".
―Perché hai scelto Demizu?
Shirai: Perché ho pensato che fosse "la perfezione".
―"La perfezione"! Sembra quasi una frase presa da un manga di Jump!
Shirai: Può disegnare mostri incredibili; i suoi bambini sono carini; è particolarmente brava a disegnare ragazze androgine; è capace di fare espressioni facciali ricche di dettagli, mostrando come gli esseri umani possano avere due facce; è capace di creare mondi; i suoi disegni di cose da mangiare hanno un aspetto delizioso... eccetera. Ho pensato che fosse perfetta su così tanti punti che non ho potuto contarli tutti. Ho pensato: "Va bene anche se lei rifiuta l'offerta; Voglio solo stabilire una connessione con lei", così ho chiesto il suo aiuto per una one-shot, completamente preparato per essere respinto.
―Demizu, cosa hai pensato quando hai letto per la prima volta le storyboard di Shirai?
Demizu: Ho letto i manoscritti grezzi de "Il desiderio di Poppy" e "The Promised Neverland" nello stesso giorno, e ho pensato, "Eh? Non mi aspettavo niente del genere!"
―Dopotutto, entrambe sono storie completamente diverse rispetto a quelle che disegnavi in precedenza.
Demizu: Inizialmente, anche se ero spaventata dal fatto che le storie fossero insolite per Jump, sono stata travolta dall'abilità dietro la composizione. Prendi la classe di una scuola, ad esempio: anche se gli argomenti di studio sono gli stessi, l'interesse della classe dipende molto dall'abilità del professore a spiegare questi argomenti. Qui è lo stesso discorso. Shirai ha un talento innato per la presentazione. All'epoca disegnavo storie adatte ai bambini piccoli, e così improvvisamente la prospettiva di lavorare su una storia di suspense mi ha messo a disagio, ma mi sono detta: "Lo farò!". Mi hanno presentato diverse alternative e mi hanno chiesto quale volevo disegnare, e ho scelto "Il desiderio di Poppy".
Shirai: Sono davvero felice che abbia accettato così prontamente. L'arte trascendente e super-veloce di Demizu è praticamente divina!
Come si crea un manga con un team di più persone? Un'occhiata introspettiva alla produzione!
―Demizu, che aspetto hanno esattamente gli appunti che ti manda Shirai?
Demizu: Sono formattati come delle storyboard. Hanno delle istruzioni abbastanza dettagliate scritte su di esse, e faccio del mio meglio per incorporarne il più possibile.
―Quindi è questo ciò che chiamano una "storyboard".
Demizu: All'inizio, le dimensioni ridotte delle vignette mi hanno un po' confusa, ma penso di essere gradualmente migliorata a disegnare anche le parti più dettagliate. A volte le persone mi chiedono se lavorare su una storyboard può sembrare restrittivo, ma in realtà non è niente del genere. Lo stile è significativamente diverso da qualsiasi mio progetto precedente, quindi l'idea che quello che sto facendo definirà il mio stile mi fa sentire strana, ma allo stesso tempo è qualcosa che non vedo l'ora di fare.
―Shirai, dalla sezione dei commenti degli autori presente nei volumi, sembra che tu non veda l'ora di ricevere i disegni di Demizu.
Shirai: C'è stato un tempo in cui disegnavo personalmente i manoscritti che poi spedivo alle case editrici. Tuttavia, anche in quei momenti, non ho mai pensato di occuparmi sia della storia che dell'arte. Invece, i personaggi che Demizu disegna sono vibranti, e sembra davvero che stiano vivendo e respirando, e quindi mi diverto molto ad osservare i suoi lavori.
―I tuoi disegni sono cambiati molto con il passare del tempo, non è vero, Demizu?
Demizu: Sto reinventando la mia arte, in modo che i miei lavori non finiscano per assomigliare ai miei precedenti disegni. Ho preso le illustrazioni deformate che disegnavo per i bambini piccoli e le ho allungate come se fosse del pane in pasta, fino a che le loro proporzioni sembravano più umane. Poi ho aggiunto un pizzico dello stile di Shirai. E poi... Jump! Ho anche aggiunto l'atmosfera tipica di Jump, sia quella che leggevo secoli fa da bambina, sia lo stile più attuale. È un misto di un sacco di cose. Ho pensato a come descrivere il mondo di "The Promised Neverland" in un manga shōnen, piuttosto che in un manga per bambini più piccoli. Voglio lavorare sui paesaggi che mi fanno ritornare bambina, dalla prospettiva di una bambina come Emma, che vive davvero in quel mondo.
Intervista/Composizione/Testo: Ryuji Kayama © Kaiu Shirai e Posuka Demizu)[3]
Kono Manga (2018)[]
- Data
- 8 Gennaio 2018
- Descrizione
- Intervista di Kono Manga, parte 2/2
In questo popolarissimo angolo "Kono Manga ga Sugoi! WEB", ci occupiamo di intervistare i creatori di manga popolari, sui segreti dietro la creazione delle loro opere, e ascoltando storie mai raccontate prima riguardo i loro debutti.
Oggi intervisteremo: Kaiu Shirai (autore) e Posuka Demizu (artista)!
The Promised Neverland è un sensazionale manga di genere "escape fantasy", sceneggiato da Kaiu Shirai e disegnato da Posuka Demizu! Questa famosa serie di Weekly Shōnen Jump si è aggiudicata il primo posto nel premio "Kono Manga ga Sugoi! 2018" nella categoria maschile, ed è attualmente il titolo più caldo del momento! Nella rivista "Kono Manga ga Sugoi! 2018" troverete una mega-intervista agli autori lunga 8 pagine, ma qui vi presenteremo una piccola parte di quell'intervista, includendo tante storie inedite. Proprio qui, solo su "Kono Manga ga Sugoi! WEB"!
In precedenza, abbiamo ascoltato molte storie interessanti su come i due creatori siano riusciti a formare la "coppia perfetta", nonché alcuni aneddoti dietro le quinte sulla realizzazione di "The Promised Neverland".
Questa volta, i creatori ci hanno raccontato dei segreti riguardo alcuni dettagli che si possono trovare all'interno dei volumi, e poi ci hanno parlato delle opere che li hanno influenzati!
Indizi sul mondo della serie disegnati negli sfondi
―L'opera è disegnata con un'incredibile cura dei dettagli, sfondi inclusi. Non è vero?
Demizu: Yesssss! Sono entusiasta di sentirtelo dire! Ma ci sono ancora un sacco di lacune che voglio colmare.
Shirai: C'è davvero una grande varietà nei dettagli. Ad esempio, quel "Happy New Year" nell'ultima vignetta del Capitolo 21. Ed inoltre è divertente andare a vedere cosa c'è disegnato nelle etichette e nei memo presenti nelle copertine del Capitolo 25 o del Capitolo 45.
―Sfondi come quelli sono disseminati di suggerimenti per aiutarci a decifrare il mondo della storia, no?
Demizu: Mi danno un'incredibile libertà creativa quando si tratta di disegnare immagini non inerenti alla storia, come le copertine o le pagine extra dei volumi. Sono molto grata a Shirai anche per questo.
―Perfino le sottocopertine nascoste dietro la protezione anti-polvere sono molto eleborate. Per esempio, in quella del Volume 1 è presente una certa bambina, e mentre leggi la storia, impari a conoscere chi è davvero quella persona.[4]
Demizu: Hai ragione. Elaboro diverse versioni approssimative, basate sulle cose che mi dice Shirai o su certi indizi che ho colto. Poi ne scelgo una, aggiungo o sottraggo degli elementi, chiedo il parere di Shirai ed infine aggiungo dei tocchi finali.
Shirai: Anche con le normali copertine dei capitoli, è divertente immaginare che tipo di storia ci sia dietro a ciascuna di esse. Inoltre, è incredibile vedere le immagini disordinate e di ripiego che disegno, trasformarsi e diventare qualcosa di veramente bello, in alcuni casi mostrando anche delle cose che non avevo completamente previsto. Non potrebbe essere più divertente di così.
Demizu: Nell'arco dell'evasione, però, non credo che lo scenario fosse tanto importante. Ciò significa che gli sfondi sono stati creati come luoghi in cui i personaggi sono in primo piano. E poi ci sono molte pagine in cui lo sfondo è disegnato con un effetto "fish-eye"...
―Come la copertina del Volume 2?
Demizu: Il Volume 2, esatto! Volevo rendere i personaggi più facili da vedere, e indirizzare gli occhi degli spettatori verso i luoghi che volevamo che notassero, il più che potevo. Invece, quando gli sfondi sono stretti, lo faccio per impedire che intralcino i personaggi. Questi tipi di sfondi possono essere parte della ragione per cui la gente mi dice che i miei personaggi sono molto espressivi.
―A proposito, nella storia ci sono dei disegni che i bambini attaccano sul muro di Grace Field House. Demizu, disegni anche quelle "immagini disegnate dai bambini"?
Demizu: Sì, le immagini dei bambini sono disegnate da me. Le disegno usando dei pastelli colorati, e poi le scannerizzo sul mio computer. Una volta mi sono occupata di una pagina di lettere per Shogakkou Ichinensei[5], quindi avevo una grande scorta di materiale di quel genere, e non ci sono stati problemi.
―Capisco! Ora mi è venuta voglia di rileggere la serie per osservare più attentamente i dettagli e gli sfondi!
Opere che hanno influenzato entrambi i creatori
―Adesso vorrei farvi delle domande sulle vostre vite personali. Quale manga vi piaceva quando eravate piccoli?
Shirai: Per "piccoli" intendi dire quando ero un bambino di scuola elementare? Se è così, a quel tempo mi piacevano molto Akuma-kun (Shigeru Mizuki) e Dragon Ball (Akira Toriyama).
Demizu: Da piccola giocavo molto a Pokémon e Tamagotchi. Per quanto riguarda i manga, non ne avevamo molti a casa mia, quindi tendevo a leggerli nelle case dei miei amici, oppure al doposcuola. Putroppo a quell'età non ne compravo molti, mi dispiace... Quando ero piccola, passavo molto più tempo a giocare ai videogiochi che i miei genitori mi compravano. Cose tipo The Neverhood, Hermie Hopperhead e Little Big Adventure. Per quanto riguarda i film, ho guardato Madagascar più e più volte.
―C'è stata un'opera in particolare che vi ha fatto decidere che volevate creare un manga?
Shirai: Penso che potrei essere stato convinto da uno sketch comico dei Rahmens sui manga e i romanzi.
Demizu: In realtà... Non ho mai pensato di voler fare manga, anche quando ero bambina.
―Davvero!?
Demizu: Vedi, quando ero bambina pensavo: "I creatori di manga devono sempre stare svegli tutta la notte, e sembra davvero un lavoro difficile!". Però mi divertivo molto a disegnare, e prima che me ne accorgessi, sono diventata un'adulta ed ancora continuavo a disegnare. Quando ero al liceo, per la prima volta ho spedito alcuni miei disegni ad un concorso, ed ho vinto un premio. Ancora oggi non riesco a dimenticare quanto fossi pazza di gioia in quel momento. Da allora ho deciso di dare il meglio di me stessa a disegnare, non importa quanto diventa difficile. Oh, comunque fino ad oggi non sono mai stata costretta a stare sveglia di notte per disegnare!
―Capisco. Se ci sono opere che invece hanno influenzato il vostro lavoro su questa serie, potreste parlarcene?
Shirai: Ogni manga che io abbia mai letto. A parte i manga, mi vengono in mente alcuni film come Die Hard e Frozen.
Demizu: Per questa serie... Non c'è davvero nulla. Tuttavia, sono stata influenzata da Shirai, che ho conosciuto poco prima dell'inizio della serie.
―In che senso, esattamente?
Demizu: Ho imparato come impostare colpi di scena inaspettati, e a formulare varie frasi... Shirai è davvero bravo a spiegare le cose in modo ordinato, anche in una banale e-mail correlata al lavoro. Quindi sono davvero felice di poter disegnare la sua storia!
Sviluppi futuri di cui siamo tutti curiosi. Il finale della storia è già stato deciso?
―Che cosa dobbiamo aspettarci da adesso in poi?
Demizu: Quando inizio a disegnare, sono così assorta che non riesco a smettere. Per quelli di voi che non hanno ancora letto la serie, dategli assolutamente un'occhiata.
Shirai: In generale ho già deciso alcuni sviluppi futuri, e ho in mente diverse possibilità per il finale. Ma se mi inchiodo troppo su quello prima ancora di arrivarci, rischia di trasformarsi in un caso di armonia prestabilita. Per questo motivo, mi accontento di programmare i punti principali della trama, e quando in seguito mi occupo delle connessioni tra quei punti, sto attento a preservare il senso di "performance dal vivo" che puoi avere solo da una serie. Questo significa che a volte decido di mettere in scena delle sequenze o degli sviluppi completamente diversi da quelli che avevo pianificato. Ad esempio, ho deciso all'improvviso un certo sviluppo su un certo personaggio, solo perché avevano assegnato a "The Promised Neverland" la copertina della rivista.[6]
―Sembra davvero essere una performance dal vivo, non è vero?
Shirai: Qui accanto a me ho parecchie bozze di Demizu che sono collegate agli sviluppi futuri qui. Sono tutte incredibilmente interessanti. Continueremo a svelare il mistero della storia principale e i segreti dietro le illustrazioni e le sottocopertine dei volumi. Appariranno molti personaggi che ancora non avete mai visto, e forse QUEL personaggio potrebbe apparire di nuovo.
―Cosa? Di chi stai parlando?
Shirai: Continua a seguirci e lo scoprirai presto (ride).
Intervista/Composizione/Testo: Ryuji Kayama © Kaiu Shirai e Posuka Demizu)[7]
Q&A su Twitter[]
A partire da Maggio 2018, l'account twitter ufficiale di The Promised Neverland, @yakuneba_staff, tramite i due autori Kaiu Shirai e Posuka Demizu, ha risposto ad un totale di 23 domande poste dai fan delle serie.[8]
FranceInfo[]
- Data
- 21 Agosto 2018
"Abbiamo fatto di tutto per rendere la serie un successo e ci siamo riusciti": intervista agli autori del manga "The Promised Neverland"
È stato il manga più atteso in Francia quest'anno, dopo che è stato pubblicato in Giappone, e lo dobbiamo a un duo di autori provenienti dal nulla. La storia dei bambini che cercano di fuggire dall'orfanotrofio in cui vivono, dopo aver scoperto l'orribile destino che li attende. Per saperne di più, siamo andati a Tokyo (Giappone) poco prima dell'uscita del primo volume di The Promised Neverland da parte di Kazé, il suo editore francese. Nel tardo pomeriggio di Aprile, mentre gli uffici della casa editrice Shueisha stannno per chiudere i battenti, ci siamo trovati faccia a faccia con Suguru Sugita, l'editor assegnato alla serie, Posuka Demizu, la disegnatrice che indossa una parrucca dai lunghi capelli verdi, e Kaiu Shirai, lo sceneggiatore che desidera a tutti i costi rimanere completamente anonimo e di cui non riveleremo nulla. Alla vigilia della pubblicazione del terzo volume in Francia il 22 agosto, pubblichiamo la totalità di questa intervista.
―Questo è il vostro primo manga che viene pubblicato in Francia. Ma chi c'è dietro a The Promised Neverland?
Shirai: (molto intimidito) sono nato a Gifu, la città meno conosciuta del Giappone (situata a nord-est di Kyoto). Quando ero studente, partecipavo ai kabuki (rappresentazioni teatrali tipiche del Giappone) e poi ho iniziato a lavorare in una compagnia privata. In quel periodo, ho iniziato a scrivere delle storie, ma senza avere successo. Mi sono rimesso al lavoro e alla fine ho inviato un manoscritto di 300 pagine a Shueisha. E così è nato The Promised Neverland.
Demizu: Sono nata a Tokyo, una città un po' più conosciuta in Giappone (ride). Fino ad ora, ho disegnato manga per bambini piccoli e ho anche realizzato copertine di romanzi come illustratrice.
―Come hai scoperto The Promised Neverland? Qual è stata la tua reazione alla sua prima lettura?
Sugita: Inizialmente, ho trovato che la storia fosse molto diversa da quella che si trova di solito in Shônen Jump. La storia di un evasione è un tipo approccio completamente nuovo per noi, quindi sono rimasto un po' sorpreso. Ma dopo aver letto tutta la storia, ho pensato che potesse essere interessante. Tuttavia, avevo ancora dei dubbi perché la trovavo difficile da disegnare: la storia mescolava molti stili diversi tra di loro, che dovevano essere tradotti visivamente nel modo corretto.
―All'inizio, hai immaginato di avere stessa persona sia alla sceneggiatura che al disegno?
Sugita: In realtà, fin dall'inizio Kaiu Shirai preferiva concentrarsi interamente sulla sceneggiatura. E quando ho letto la storia, ho subito pensato che fosse necessario trovare un ottimo disegnatore, che sarebbe stato all'altezza del talento del creatore. Per trovarlo, Kaiu Shirai ha fatto delle ricerche su internet e ha scoperto le opere di Posuka Demizu. La contattò per chiederle di disegnare lo one-shot che è stato pubblicato su Jump+ qualche mese prima del primo capitolo di The Promised Neverland. Ecco come è iniziato tutto.
―Siete stati pubblicati su Weekly Shōnen Jump, dove sono nati dei bestseller mondiali come One Piece o Naruto. Cosa rappresenta questa rivista per voi?
Shirai: Questa è la migliore rivista di intrattenimento.
Demizu: Spesso paragonano Shōnen Jump al Monte Fuji, la montagna più grande del Giappone. Ho sempre sognato di essere pubblicata qui, ed ora mi rendo conto che ci sono montagne più alte in altre parti del mondo, come l'Everest. Ma Shōnen Jump rimane la più grande rivista di manga in Giappone.
―Il tuo manoscritto originale era lungo 300 pagine. Quanto hai immaginato che durasse la storia di The Promised Neverland?
Shirai: La storyboard originale si estendeva fino a quando i bambini sono fuggiti dall'orfanotrofio. Idealmente mi piacerebbe, d'accordo con il mio editor, che la storia non si estendesse troppo. Credo che possa durare venti o anche trenta volumi (al momento ne sono stati pubblicati dieci in Giappone).
―Sorella Krone è un personaggio di origine africana e con la pelle scura, cosa molto rara nei manga. Chi ha avuto questa idea?
Shirai: Abbiamo avuto l'idea tutti e tre insieme. Ma quando abbiamo ricevuto la copertina di Shōnen Jump, abbiamo dovuto immaginare una sceneggiatura per rendere il capitolo importante. Quindi abbiamo deciso di ucciderla. È triste perché è stata un grande personaggio, ma allo stesso tempo, alla fine muore nel modo più bello possibile. Sono molto felice che sia scomparsa in questo modo. Ma dovremo trovare il modo di farla tornare perché era davvero un personaggio geniale! (ride).
―Il tuo tratto sinuoso è qualcosa di molto occidentale (specialmente quando disegni la terrificante e grottesca Sorella Krone. Quali sono le tue influenze artistiche?
Demizu: Quando studiavo all'accademia delle belle arti, mi sono appassionata molto di alcuni artisti europei, in particolare Rembrandt. E dall'altra parte, mio padre mi comprava molti videogiochi. Queste sono state le mie due influenze principali. Ho anche una versione illustrata de Il piccolo principe e adoro quello stile di disegno.
―Quante ore passi a disegnare ogni giorno? Hai degli assistenti?
Demizu: Mi alzo alle 7 del mattino, il personale arriva alle 10 e poi lavoriamo fino a tardi. Al momento della pubblicazione primo volume, volevo fare tutto da sola, e solo in un'occasione un assistente mi ha aiutò ad aggiustare alcuni dettagli. Oggi invece chiedo a tre o quattro amici di aiutarmi regolarmente. Per esempio, chiedo loro di disegnare le foreste. In totale, lavoro circa 15 ore al giorno e mi alzo sempre alle 7 del mattino, qualunque cosa accada.
―È più difficile essere un disegnatore di manga donna?
Demizu: Non c'è nessun ostacolo particolare nell'essere una donna. Tuttavia, penso che sia un peccato che alcuni non si interessino a un manga solo perché chi disegna è una donna, piuttosto che un uomo. Per me la cosa essenziale è che il manga sia buono.
―Come spieghi l'accoglienza e il successo riscontrati da The Promised Neverland in Giappone?
Sugita: È stata una vera sfida pubblicare The Promised Neverland. Volevo qualcosa mai visto in Shōnen Jump. La suspense è molto rara in questa rivista, e il ritmo della trama la avvicina ad una serie TV. In effetti, volevamo riprodurre lo stile dei manga che una volta erano nella rivista, quando l'eroe superava le difficoltà con i suoi amici. Storicamente, i valori di solidarietà erano molto importanti in Shōnen Jump, ed adesso li ritroviamo in The Promised Neverland. Alla fine, abbiamo fatto di tutto per rendere la serie un successo e ci siamo riusciti.
Intervista di Elodie Drouard © Kaiu Shirai, Posuka Demizu, Suguru Sugita, The Promised Neverland[9]
The Promised Neverland Volume 13 - Edizione Limitata[]
- Data
- 4 Marzo 2019
Storia: Kaiu Shirai; Arte: Posuka Demizu
Come è iniziato The Promised Neverland
―Come siete arrivati ad essere pubblicati su Jump?
Shirai: Tutto è iniziato quando ho consegnato al dipartimento editoriale di Weekly Shonen Jump una storyboard di 300 pagine, più o meno abbastanza lunga da riempire 15 capitoli. L'editor che gli ha dato un'occhiata fu Suguru Sugita, il mio attuale editor, ed insieme abbiamo discusso di spedire la storia alla direzione, per convincerli a pubblicarla. Tuttavia, per alzare la qualità della serie, volevamo avere qualcuno che riuscisse a disegnare tutto ciò che io non ero in grado di fare. Così abbiamo iniziato a guardarci intorno, ma per due anni e mezzo non abbiamo trovato un artista. Alla fine però, siamo riusciti a convincere la ultra-super-fantastica Posuka Demizu a disegnare la serie, quindi è valsa la pena aspettare.
Demizu: Quando si sono rivolti a me per la prima volta, stavo ancora lavorando per un'altra casa editrice, ma in quel momento la data di fine contratto provvisoria era appena stata fissata, e la storyboard che mi avevano spedito era totalmente affascinante. Col senno di poi, sono felice di aver creduto in qualcosa che pensavo fosse di ottima qualità.
Shirai: Grazie mille.
Demizu: Abbiamo deciso di provare a lavorare insieme su una one-shot. Ho cercato di lavorare velocemente perché non intendevo farli aspettare, ma nonostante tutto ci sono voluti altri 6 mesi prima della pubblicazione della serie.
Shirai: No, no, sei stata molto veloce!
Demizu: Per la one-shot avevo diverse opzioni da poter considerare, ed erano storie talmente buone che pensavo: "Voglio disegnarle tutte". Mi hanno detto che potevo scegliere io, e così ho scelto quella che mi piaceva di più, "Il desiderio di Poppy". Ancora oggi ho l'impressione che i disegni di quella storia siano venuti fuori davvero facilmente.
Shirai: Penso che per un artista ordinario sarebbe stato molto difficile disegnare quella storyboard. Per merito di Demizu, il mondo è stato designato nei minimi dettagli e la storia ha ricevuto un'ottima accoglienza, il che mi rende grato. Poi, quando finalmente abbiamo spedito la storia alla direzione, è stata approvata al primo tentativo! Questa è la bravura di Demizu-sensei.
La creazione dei personaggi
―Come hai fatto a creare ogni personaggio?
Shirai: Ho iniziato con i tre protagonisti. Emma è quella energica e solare, ma che ha anche qualcosa di materno dentro di lei. È anche una ragazzina idealista che vorrebbe salvare tutti. Norman è lì per supportarla, mentre Ray è quello che litiga con lei ma alla fine la aiuta lo stesso... Ho bilanciato le cose in questo modo, con Emma al centro di tutto. Questo però non significa che tutti e tre la pensino allo stesso modo. Dopotutto, il modo in cui loro tre sono nati e cresciuti è praticamente identico. La loro madre è la stessa, i loro vestiti sono gli stessi: non c'era proprio modo di aggiungere particolari individualità! (ride). Quindi, per questo motivo, ho deciso di differenziarli nei loro ideali e in ciò che ciascuno di loro ritiene giusto.
―Come avete deciso i character design? Qual è stato il processo per arrivare al prodotto finale?
Demizu: Ho aggiunto personalità a ciascun personaggio attraverso la mia arte, preservando lo stile distintivo di Shirai-sensei mentre lavoravo. Con Emma e Norman in particolare, mi è stato chiesto di creare una distanza marcata nel loro aspetto, così ho deciso di rendere Emma più allegra possibile, mentre per Norman ho creato un design che lo mostrasse tranquillo e maturo. Ho presentato diverse proposte per Ray, ma per qualche strano motivo, è stato scelto un design che avevo creato in maniera totalmente improvvisata, quasi come uno scarabocchio (ride).
Shirai: Tra le varie proposte, ce n'era una disegnata poco seriamente, e con una nota che diceva qualcosa tipo: "Se copriamo uno degli occhi di Ray, scommetto che diventerà popolare". Sia io che l'editor abbiamo reagito dicendo: "Questo è fantastico!"
Demizu: La proposta in cui il suo occhio era coperto da una frangia di capelli era uno sketch casuale. Avevo pensato che potesse dargli una specie di aria oscura e farlo sembrare figo, ma alla fine avevo quasi scartato l'idea. Avevo pensato che, come con i loro vestiti, le loro pettinature fossero limitate per ragioni igieniche. Ma quando Shirai-sensei ha visto quello sketch, la risposta che ho ottenuto è stata quella che non mi sarei mai aspettata...
Shirai: Nel caso di Ray va benissimo così! Quella era sicuramente l'opzione più cool.
Demizu: Sì! E grazie a questo design, adesso Ray è molto popolare.
Shirai: Hai ragione; molte persone dicono di adorare Ray, il che è fantastico. Nei piani originali, Ray doveva avere un aspetto molto più genuino e disciplinato (ride). Come il capitano di un club sportivo, per esempio.
Demizu: Il tipo che direbbe: "In conformità con il regolamento, mi taglio la frangia come si deve!" (ride).
―E per quanto riguarda i design dei demoni?
Shirai: Questo dettaglio lo lascio a Demizu. L'immagine che avevo in mente all'inizio era fondamentalmente: "Demone blu, demone rosso" e gli editori mi hanno risposto: "È un'idea banale di un uomo di mezza età". Quindi ho dovuto immaginarli più come dei mostri. Ho lasciato decidere a Demizu decidesse che tipo di mostri sarebbero stati, e in che modo avremmo trasmesso la spaventosità di una specie aliena. Demizu ha disegnato molte proposte di design, e alla fine abbiamo optato per i demoni che abbiamo ora. Tuttavia, c'erano alcune proposte in cui venivano mostrati i loro organi interni, oppure altre versioni che assomigliavano a Capitan Uncino o al coccodrillo. Demizu ha avuto un'incredibile varietà di idee.
Demizu: Ho sempre amato le creature mostruose, quindi mi sono divertita con i disegni dei demoni. I demoni hanno ancora parecchi segreti da rivelare, non è vero?
Shirai: Sì, esatto. E i design sono stati creati anche per dare un senso a questi segreti.
Demizu: Quando ho presentato le mie proposte per la prima volta, ho incluso un po' di informazioni sugli scenari che pensavo potessero essere utilizzati, e alla fine sono stati incorporati all'interno nella storia. Ho pensato: "Wow, è fantastico!". I segreti verranno rivelati un po' più in là nella storia, credo.
Shirai: Esatto. Con i demoni abbiamo solo appena iniziato!
Ricordi dell'arco dell'evasione: eravamo disperati!
―Diteci cosa vi ricordate mentre lavoravate durante l'arco dell'evasione.
Shirai: Disperazione. Prima di tutto, cercavo disperatamente di stare al passo con il ritmo di una rivista settimanale. A partire dalla fine del Volume 3, tutti i ricordi che ho sono angoscianti. Ogni settimana avevo problemi a finire le mie storyboard. L'unica cosa che mi rendeva felice del mio lavoro era l'opportunità di vedere le fantastiche illustrazioni a colori di Demizu-sensei.
Demizu: Con il passare del tempo la storia è diventata sempre più popolare. Era davvero qualcosa di indescrivibile... Tutto ciò che ricordo è che ero disperata anch'io!
Shirai: Eh, lo so!
―Nello specifico, qual era la parte più dura?
Shirai: Ultimamente non avviene più molto spesso, ma una volta, praticamente tutte le settimane, spedivo a Demizu solo la prima parte della storyboard e le dicevo: "Inizia a lavorare su questo, poi ti spedisco la seconda parte più tardi". E poi c'è quella volta in cui ho impiegato 2 settimane per finire la storyboard del capitolo in cui Krone muore (Capitolo 23). Quello era il primo capitolo di The Promised Neverland, ad eccezione del Capitolo 1, a ricevere la copertina della rivista e le pagine a colori. Per quel motivo, volevo inserire qualcosa di memorabile all'interno di quel capitolo, e alla fine ho deciso di far morire Krone. Ho iniziato a lavorare sodo, ma non riuscivo a concludere la storyboard, ero bloccato. Più che la morte effettiva di Krone, il vero problema era che non riuscivo a capire le motivazioni della Nonna. La gente mi dice sempre che mi blocco nei punti più strani. Alla fine, penso di essere riuscito a far morire Krone in un modo abbastanza buono... ma ripensandoci adesso, mi viene da dire: "2 settimane per finire una storyboard su una rivista settimanale? Cosa diavolo mi stava passando per la testa?"
―Ed invece qual era la parte più difficile per te, Demizu-sensei?
Demizu: Amo parecchio la casa di Grace Field, quindi all'inizio ero determinata a disegnare tutti gli sfondi da sola. Ma quando ci ho provato, mi sono bloccata subito. Da quel momento in poi, ho avuto degli assistenti che mi hanno aiutata. All'inizio non ero sicura di come sarebbe andata, ed ero molto nervosa, ma tutti si sono comportati in maniera gentile. Pensandoci bene, l'inizio è stato davvero il periodo più difficile. Prima dell'inizio della storia, c'erano parecchi design che dovevano essere completati. Ad esempio, ho avuto parecchi problemi a completare la planimetria della casa: dovevo considerare l'età e la personalità dei bambini ogni volta che assegnavo loro delle stanze; inoltre dovevo inserire la biblioteca ed altre aree necessarie per la storia, facendo in modo che nulla risultasse forzato.
Shirai: Però sei stata tu ad avere l'idea di fare una pianta della casa. Aver creato una cosa del genere ha reso molto più semplice per me disegnare le storyboard.
Demizu: Davvero!?
―Qual è stata la vostra scena preferita dell'arco dell'evasione?
Shirai: Il Capitolo 25! Anche se la sceneggiatura era la stessa di quella della storyboard, nella mia versione, la Mamma agiva in maniera molto diretta. Ma la parte in cui lei dice ai bambini: "Vi amo" è finita per diventare una pagina in cui Isabella esce letteralmente dai confini della vignetta, in uno sfondo di luci e foglie. La presentazione drammatica di quella pagina è qualcosa di indescrivibile. Ci sono molte scene del genere nel Capitolo 25. Ogni volta che riguardo le storyboard, ho la sensazione che certe scene siano troppo pesanti, ma poi controllo il prodotto finito e penso: "È favoloso! Lo adoro!". Anche il Capitolo 14, che contiene la scena in cui Ray dice: "Io sono il tuo miglior asso nella manica", è fantastico. Quella è un'altra scena che ho davvero adorato.
Demizu: In questa serie, per me, le scene più belle sono quelle con i bambini che dicono: "Grazie per il cibo". Shirai le realizza con incredibile precisione, e fanno colpo sin dal Capitolo 1. Ma quello che è stato davvero fantastico è stato il modo in cui la scena "Grazie per il cibo" è stata messa in parallelo con la sequenza in cui Krone muore! È stata una scena che mi è rimasta davvero impressa, fin dall'inizio.
Shirai: Quella scena l'ho ideata in un attimo. E anche la doppia pagina in cui compare la mano del demone alle spalle di Krone, l'ho subito visualizzata all'interno della mia mente. Però sono rimasto bloccato sulla Nonna per due settimane...
Reazioni chimiche che accadono grazie al lavoro di squadra
―Durante la creazione della serie, ci sono stati dei cambiamenti causati dal vostro lavoro di squadra?
Shirai: Mi viene in mente il telefono meccanico di Norman. Nella storyboard originale, quando Norman è stato spedito, la sua valigia era vuota. Poi, quando Demizu ha iniziato a disegnare le prime bozze, ha inserito nella valigia un bloc-notes, una penna e il telefono meccanico. Quando l'ho visto, le ho detto: "Togli il bloc-notes e la penna, ma tieni assolutamente quel telefono!". Quella è stata davvero un'ottima modifica. Tra l'altro se non ricordo male, per Demizu era più importante il bloc-notes piuttosto che il telefono, non è così?
Demizu: Esatto. È stata un'idea abbastanza casuale. Ho pensato che non avrebbe avuto senso per Norman riempire la valigia con dei vestiti, ma comunque poteva portare con sè almeno un bloc-notes! (ride). Poi, quando ho pensato a quali potevano essere gli ultimi oggetti personali di Norman, ho optato per degli oggetti per scrivere e quel telefono meccanico, a causa dei ricordi che conteneva.
Shirai: Secondo alcune teorie, il telefono meccanico che Norman ha preso quando è stato spedito potrebbe non essere lo stesso che è apparso nell'omake del Volume 2.
Demizu: Norman probabilmente si è ammalato diverse volte. Se Emma e Ray costruissero un telefono nuovo ogni volta che si ammala, allora Norman potrebbe aver preso quello costruito più di recente.
Shirai: Grazie a questa idea, siamo riusciti anche a creare una pagina extra per il Volume 4, con Norman, la Mamma e il telefono meccanico, quindi sono davvero grato per cambiamenti del genere. Se ci fossi stato solo io, non avrei mai avuto un'idea del genere. Se non ci fosse stato l'aiuto prezioso di Demizu, The Promised Neverland non sarebbe quello che è oggi. Questo vale anche per altri dettagli, come il fatto che tutti i bambini siano carini ed adorabili; ci sono molti cambiamenti ogni giorno.
―Ci sono stati altri cambiamenti nella storyboard che sono finiti per piacerti?
Shirai: Sì, quelli del Capitolo 9. Mi è piaciuto il fatto che la scena dell'acchiapparello sia venuta fuori più comica di quanto pensavo, ma il vero cambiamento a cui mi riferisco e quello nell'ultima vignetta del capitolo, quella in cui Norman sorride e dice: "Non sarà impossibile ucciderla". Nella storyboard originale, Norman non sorrideva. Per ragioni di trama, la mia idea era di mostrare Norman come un bambino assente, innocente e ingenuo, simile ai personaggi delle serie appartenenti al "World Masterpiece Theater". Ma quando ho visto il prodotto finito di Demizu, ho pensato "Questo Norman sarebbe molto più interessante" e ho cambiato idea. Quel Norman sorridente era talmente disegnato bene che mi ha convinto ad allontarnarmi dal concetto di "personaggio assente" che avevo in mente per Norman all'inizio. Quell'espressione era davvero fantastica.
―Come ti è venuta l'idea di disegnare Norman con quello sguardo sorridente, Demizu-sensei?
Demizu: Stavo pensando a cosa avrebbe provato un bambino come Norman a pronunciare una parola pesante come "uccidere", e ho pensato che non avrebbe avuto senso disegnarlo con un espressione normale. Volevo dare una sensazione acuta, diversa dal solito, e così l'ho disegnato in quel modo.
Shirai: Durante l'arco dell'evasione, ogni volta che consegnavo le storyboard a Demizu, molto spesso le chiedevo richieste assurde riguardo le espressioni dei personaggi, ad esempio le chiedevo parecchie volte di disegnare "un volto che farà venire voglia ai lettori di leggere il prossimo capitolo". Un esempio è l'espressione che Ray mostra alla fine del Capitolo 13. Demizu riusciva sempre ad accontentarmi, come se fosse la cosa più facile del mondo. E questo mi rende estremamente felice.
―Ci sono stati dei momenti durante la serie in cui hai modificato i tuoi piani iniziali?
Shirai: Sì, ce ne sono stati tantissimi. Ad esempio, all'inizio la stanza segreta della Mamma e William Minerva non esistevano. Nei piani originali Krone non doveva morire, e quando Emma sarebbe tornata a Grace Field dopo la fuga, per salvare tutti gli altri, la mia idea era che ritrovasse Gilda nel ruolo di Sorella e Krone nel ruolo di nuova Mamma. Inoltre Ray doveva morire... Ci sono state davvero una marea di modifiche. All'inizio ho sempre un piano prestabilito in mente, ma poi, con il progredire della storia, finisco sempre per modificare alcuni dettagli. Ad esempio, ogni volta che abbiamo una pagina colorata, cerco sempre di rendere quel capitolo importante inserendo dei punti di svolta o dei plot twist (ride). I punti fondamentali della trama sono praticamente gli stessi che avevo in mente all'inizio, ma il modo in cui si arriva a quei punti, o il comportamento dei personaggi... è tutto molto diverso. Sono abbastanza sicuro che la scena in cui Norman dichiara che Emma le piace non era programmata, all'inizio. Come creatore, ho la sensazione che la storia sia uguale e allo stesso tempo diversa da quella che avevo in mente all'inizio. E poi penso che in una serie a cadenza settimanale, ogni tanto è necessario improvvisare, un po' come se fosse una performance in diretta.
Se vi paragonaste ai personaggi di "Neverland"...
―Qual è il personaggio di "Neverland" che pensate vi assomigli di più?
Shirai: Penso che il modo in cui tendo a disperarmi e gettare la spugna sia molto simile a Ray. Non la versione buona di Ray, ma quella peggiore (ride). Inoltre, certe volte mi sento inutile come Don... Anche se Don in realtà non è affatto inutile.
Demizu: Il personaggio più simile a me è Thoma, mentre quello che mi piace di più è Lannion. Ho la sensazione che Thoma assomigli molto a un autoritratto che ho disegnato quando ero bambina (ride). Avevo 9 anni quando ho disegnato quell'autoritratto, quindi adesso ho un aspetto molto differente, però... (ride). Lannion è pieno zeppo di elementi che mi piacciono molto. Fin dall'inizio ho deciso che mi piaceva, e l'ho disegnato in quel modo.
Shirai: Per quanto mi riguarda, però, Demizu assomiglia molto a Phil o a Norman. È come Norman perché puoi sempre contare su di lei, e la sua sincera innocenza mi ricorda Phil.
Demizu: Penso che Shirai sia molto simile ad Isabella. Ed anche Leuvis. (ride)
Shirai: Argh, proprio i più cattivi e pericolosi (ride).
Demizu: Tu sei decisamente pericoloso (ride). A volte ho davvero la sensazione che nei discorsi di Leuvis sia nascosta l'anima di Shirai.
Shirai: Mi sono divertito a sceneggiare Leuvis, però... sul serio? Sono così pericoloso?
Demizu: Mi chiedo se in futuro inizierai a trasformarti in Peter Ratri. Un po' non vedo l'ora che accada (ride).
Shirai: Insomma, una vera e propria sfilata di personaggi pericolosi! (ride). Un antagonista dopo l'altro.
Demizu: Comunque penso sul serio che ci sia una parte di te in loro.
Shirai: Beh, alla fine c'è una parte di entrambi in ogni singolo personaggio.
Demizu: Questo è vero. Ogni volta che disegno, entrano in gioco anche elementi di questo tipo.
―Se finiste per vivere a Grace Field, con chi credete di poter fare amicizia?
Shirai: Phil. Mi piacerebbe appoggiarmi alla sua capacità di socializzare. È quel tipo di persona che farebbe amicizia con te senza alcuno sforzo. Mi piace davvero; è allegro e divertente.
Demizu: Phil è fantastico, non è vero? Anche a me piacerebbe fare amicizia con lui. Per quanto mi riguarda, però, la mia scelta è Emma. Con lei sarebbe molto più facile fare amicizia, e quella sensazione rassicurante che ti dà è enorme (ride). È incredibile la facilità con cui Emma farebbe amicizia con te, qualunque tipo di persona tu sia. Comunque, la persona con cui sarei più vicino e andrei più d'accordo probabilmente è Lannion, o qualcuno come lui.
―Per concludere, dato un messaggio ai lettori!
Shirai: Stiamo iniziando ad entrare nella parte della serie in cui, come ha scritto Demizu nel suo commento del Volume 12, "i pezzi del puzzle stanno cominciando a prendere forma". Il piano è di continuare a sorprendere i lettori: potrebbero apparire personaggi che tutti sperano di vedere... o magari potrebbero anche comparire personaggi del tutto inattesi... Spero davvero che continuerete a seguirci.
Demizu: Probabilmente verrò assalita dallo stress molto spesso, e sono sicura che ci saranno dei momenti molto difficili... ma ce la metterò tutta per correre fino al traguardo!
Shirai: È vero, vogliamo correre fino in fondo!
Demizu: Se esiste una fine, allora puoi rendere quella fine il tuo obiettivo, e fare del tuo meglio per raggiungerla. Arriveremo fino al traguardo, quindi per favore continuate a seguirci!
Il processo di produzione
Demizu: Le istruzioni sulle storyboard sono incredibilmente dettagliate. Shirai lascia molte note esplicative per me. Mentre disegno le mie bozze, tengo d'occhio quegli appunti, raccolgo le sfumature e faccio del mio meglio per assicurarmi che le emozioni dei personaggi vengano mostrate chiaramente. Inoltre, mi assicuro che tutto ciò che Shirai vuole dire ai lettori venga fuori, senza tralasciare nulla.
―Ci sono state delle istruzioni che ti hanno impressionato particolarmente?
Demizu: Sì, quelle che riguardano le espressioni facciali e cose del genere. A volte ricevo istruzioni anche per i bambini disegnati sullo sfondo.
Shirai: Scrivo degli appunti riguardo le cose che voglio mostrare ai lettori per dare degli indizi sugli sviluppi futuri. In più aggiungo i commenti del nostro editor mentre controlliamo insieme la storyboard.
Demizu: A volte ci sono anche delle istruzioni che dicono, senza mezzi termini: "Voglio che questa vignetta abbia un bell'aspetto".
Shirai: Sì, è come se mi stessi appoggiando alla bravura dell'artista (ride).
Demizu: Questo mi consente di sapere esattamente quali parti dovrei disegnare, quindi è un grande aiuto. Una volta terminati i disegni, spedisco i file PDF all'editor e a Shirai, in modo che possano esaminarli.
Shirai: Sia con le bozze che con il prodotto finale, ogni volta che ho la sensazione che ci sia qualcosa di diverso da ciò che intendevo, discutiamo del cambiamento. Di norma, Demizu usa le stesse divisioni delle vignette che ho applicato nelle mie storyboard, ma quando non riesco ad elaborare completamente la dimensione e la forma di una vignetta, lei interviene e riesce a modificare le vignette in modo da renderle fantastiche. Riesce anche a rendere i disegni più drammatici, e la qualità di base aumenta, quindi il suo supporto è incredibilmente utile.
I passi della produzione di un capitolo (possono essere effettuate delle correzioni in ognuno di questi passi):
- Incontro preliminare (Shirai e Sugita)
- Creazione della storyboard (Shirai)
- Controllo della storyboard (Sugita)
- Creazione delle bozze (Demizu)
- Controllo delle bozze (Shirai e Sugita)
- Creazione dei disegni del capitolo (Demizu)
- Controllo del prodotto finale (Shirai e Sugita)
- Spedizione del capitolo alla redazione di Jump
Il concept basilare dei personaggi
Emma
Shirai: Una ragazza innocente e semplice, che sembra un ragazzo e si comporta come una bambina di 5 anni. Mi ricordo anche di aver detto qualcosa tipo: "Non è mascolina, ma non dovrebbe essere neanche il tipo di ragazza di cui i lettori si innamorano".
Demizu: Volevo darle un aspetto energetico ed anche un po' androgino. C'erano diverse opzioni per la sua pettinatura, ma in ogni caso l'idea principale era che i suoi capelli sarebbero dovuti essere corti. Mi piacciono anche le ragazze con i capelli lunghi, quindi avevo proposto anche una versione di Emma con una coda di cavallo.
Norman
Demizu: Nei piani iniziali Norman doveva essere molto magro ed esile, ma era difficile mostrare delle differenze tra lui e gli altri bambini. Si vestono tutti allo stesso modo; Ray è anche lui piuttosto magro; Emma è una femmina...
Shirai: Su Norman ho fatto davvero delle richieste assurde. Dicevo: "Norman non è il principe azzurro, ma il cavallo bianco" e chiedevo a Demizu di dargli un aspetto angelico ed anche effimero. Come risposta, Demizu mi ha consegnato un Norman dall'aspetto abbastanza sano, quindi le ho chiesto di farlo sembrare un po' più debole, come un germoglio di fagioli. Alla fine Demizu, per accontentarmi, ha disegnato la pagina extra del Volume 1, quella con Norman che non riesce ad aprire un barattolo.
Demizu: C'erano anche diverse versioni di Norman con pettinature più folli (ride).
Shirai: Il mio piano originale era di mantenere Norman un ragazzo semplice e onesto, quindi... penso che probabilmente ho causato un sacco di problemi a Demizu.
Ray
Demizu: In qualche modo, volevo renderlo simile ad Isabella.
Shirai: Intendi i loro capelli e gli occhi neri.
Demizu: Sì, esatto. A parte quelli, direi che le uniche cose che ha in comune con Isabella sono le sue palpebre e le sue sopracciglia. Per dare l'impressione che, se fosse cresciuto, sarebbe potuto diventare simile a lei, ho anche enfatizzato la sua astuzia. Ma naturalmente non potevo rivelare il segreto che lega i due, quindi mi sono concentrata maggiormente sull'equilibrio tra Emma, Norman e Ray.
Isabella
Shirai: Ho chiesto una donna che ha l'aspetto di un soldato e allo stesso tempo di una ballerina; dignitosa e con una buona postura. Inoltre ho chiesto a Demizu: "Non mostrarla come una cameriera o un'insegnante, ma come una madre". Quando Demizu crea i personaggi, cerca di farli in modo che i lettori possano riconoscerli dalle loro sagome. Pensa a quali siano le loro caratteristiche speciali, ed aggiunge queste individualità ai loro design. Tuttavia, abbiamo deciso che sarebbe stato strano se avessimo agito in questo modo con Isabella. Alla fine le ho detto che la caratteristica speciale di Isabella è che non ha caratteristiche speciali, e così la Isabella di Demizu ha lo stesso aspetto dell'Isabella che avevo disegnato io nella mia storyboard, ad eccezione del fatto che l'Isabella di Demizu ha un aspetto più fiero e dignitoso. Per il resto il design non è cambiato molto, quindi quando firmiamo dediche, autografi e altre cose, Isabella è facile da disegnare anche per me.
Krone
Shirai: All'inizio, c'era la possibilità che Krone fosse una donna di razza caucasica.
Demizu: Sì, nei piani originali non avrebbe dovuto essere una donna di colore. Ma alla fine, dopo aver pensato a parecchie idee per il suo design, abbiamo preso questa decisione.
Shirai: La versione "bianca" di Krone mi piaceva parecchio! Era una giovane donna dall'aria dura e muscolosa, con l'atteggiamento di una mercenaria d'oltremare che parla con un accento straniero. Detto questo, penso che l'attuale Krone sia la migliore versione possibile.
Demizu: I suoi vestiti sono esattamente uguali a quelli di Isabella, quindi penso che darle l'aspetto di una donna di colore sia stata un'ottima idea per renderla più facile da identificare. I lettori possono distinguere i personaggi a colpo d'occhio.
Demoni
Shirai: Se non sbaglio all'inizio c'erano una dozzina di design differenti per i demoni.
Demizu: Ne ho creati davvero tanti, e Shirai ha anche contribuito a combinare tra di loro due o più stili differenti. Mi è stato anche detto di progettarli in modo che chiunque potesse assolutamente capire a colpo d'occhio che fossero i demoni di The Promised Neverland, ed anche di renderli talmente semplici da permettere persino ai bambini di disegnarli abbastanza facilmente. Penso che quest'ultima idea di rendere possibile disegnarli anche come semplice imitazione sia stata davvero buona.
Shirai: Ad un certo punto ci siamo resi conto che più i demoni si avvicinavano agli umani, più avevano un aspetto spaventoso; quella fu una vera scoperta. Ad esempio i demoni a cui spuntano delle orecchie sono davvero disgustosi.
Demizu: È vero. Ma secondo me i demoni davvero disgustosi sono quelli con i capelli.
Shirai: E anche se penso: "Bleah, che schifo!" alla fine dico sempre a Demizu: "Rendili ancora più disgustosi e spaventosi" (ride).
Un interessante curiosità
―Qual era esattamente la storia che avevi scritto nella tua storyboard originale?
Shirai: La parte in cui i bambini scoprivano il segreto dell'orfanotrofio e decidevano di scappare è rimasta la stessa. Emma voleva salvare tutti, ma non era così determinata a far fuggire tutti come lo è adesso. Nel corso della storia, Ray li ha traditi, Norman è stato spedito ed Isabella ha rotto la gamba ad Emma. Nella storyboard Krone era presente, così come c'era il precipizio attorno alla fattoria di Grace Field, mentre non c'era alcun riferimento a William Minerva. Poi, in circostanze in cui sembrava impossibile fuggire da Grace Field anche per una sola persona, Emma è riuscita a scappare. Dopodichè ha incontrato Sonju e Mujika, ha scoperto la verità sui due mondi e sulla promessa siglata 1000 anni, ed ha iniziato a progettare la sua prossima destinazione. La storyboard originale si concludeva in quel punto. In tutto era lunga 15 capitoli, e quando l'ho disegnata, ho cercato di rendere la storia il più breve possibile. Quello era il prototipo di The Promised Neverland. Osservandola adesso, mi sembra una storia con parecchi difetti.
―Che cosa pensa Demizu-sensei quando disegna le sue illustrazioni a colori?
Demizu: Essenzialmente, sono dei riassunti della storia. Voglio comunicare ai lettori la storia e le emozioni dei personaggi. Inoltre, in ogni disegno, cerco di far immaginare alcuni eventi passati e di integrarli alla storia il più possibile. Infine, dato che l'arco dell'evasione ha avuto l'ambientanzione fissa di Grace Field, ho cercato di espandere lo scenario. Anche se la casa era sempre la stessa, mi sono preoccupata di usare luci diverse e aggiungere modifiche ad ogni immagine.
MangaPlus[]
- Data
- 14 Giugno 2019
- Progetto
- Intervistare gli editor su MangaPlus
Vol.2: The Promised Neverland
"The Promised Neverland" ha iniziato la sua serializzazione da Agosto 2016, e fin da subito ha catturato l'attenzione di giovani ragazzi e ragazze con il suo scioccante primo capitolo. Creato da Kaiu Shirai e Posuka Demizu, Neverland è un manga unico nel suo genere, che viene raffigurato con illustrazioni brillanti ed estremamente dettagliate, ed è ambientato in un mondo che va aldilà della nostra immaginazione, con sfide mentali intense. Abbiamo intervistato il signor Sugita, l'editor di The Promised Neverland che ha continuato a sostenere i creatori, Kaiu Shirai e Posuka Demizu, fin dall'inizio della serie.
―Per favore, dicci come è iniziato tutto.
Sugita: Tutto iniziò verso la fine del 2013, quando Shirai portò un manoscritto alla redazione, ed espresse il suo desiderio di diventare uno scrittore di storie di manga.
―Quindi ha portato direttamente il suo lavoro al dipartimento?
Sugita: Sì, ha portato il suo lavoro come un nuovo artista. Forse dovrei spiegare il processo di portare i lavori al dipartimento editoriale Jump: per prima cosa gli artisti chiamano il dipartimento editoriale, e l'editor che risponde al telefono diventa automaticamente il responsabile di quell'artista. All'epoca ero ancora nel mio secondo anno di lavoro come editor, ma mi è capitato di rispondere a quella chiamata, così sono diventato il responsabile.
―Sembra quasi che fosse destino.
Sugita: Shirai non viveva a Tokyo, quindi per prima cosa abbiamo organizzato un appuntamento con lui, invitandolo a visitare l'ufficio. Il giorno dell'incontro, mi disse che quel giorno era il suo compleanno. Poi mi ha mostrato la sua storyboard, ed era lunga più di 300 pagine. Di solito le storyboard sono lunghe circa 45 pagine, quindi sono rimasto sorpreso di vedere un manoscritto così lungo. E la storia era talmente ottima che non ho potuto smettere di leggerla. Ho immediatamente deciso che avremmo dovuto iniziare a lavorare su una serie basata su quella storyboard.
―Tuttavia, ci è voluto del tempo prima che venisse pubblicata.
Sugita: Sì, ci sono voluti circa 2 anni e mezzo. Per prima cosa, abbiamo trascorso circa 6 mesi a lavorare su una bozza che comprendeva i primi 3 capitoli. Quindi abbiamo iniziato a cercare un artista e abbiamo incontrato Posuka Demizu.
―Avete deciso fin dall'inizio di avere uno scrittore e un artista separati?
Sugita: Io e Shirai la pensavamo allo stesso modo a riguardo. "The Promised Neverland" è un manga abbastanza ambizioso, con scene sia allegre che cupe. L'artista deve saper rappresentare un mondo di fantasia, ma anche creare suspense. E anche la trama è parecchio complicata da sceneggiare. Quindi entrambi abbiamo pensato che sarebbe stato difficile per una sola persona gestire la storia e i disegni contemporaneamente. Eravamo più preoccupati di trovare l'artista giusto per "Neverland".
―Dicci come avete scelto Demizu.
Sugita: Per prima cosa ho chiesto a Shirai chi voleva per illustrare il suo manga. Gli ho anche presentato una manciata di artisti, alcuni famosi ed altri che erano dei nuovi talenti emergenti, ma abbiamo avuto difficoltà a trovare qualcuno il cui stile corrispondesse alla storia. Poi Posuka Demizu è comparsa nella lista dei candidati compilata da Shirai. Era un'artista che mi piaceva molto e, dato che avevo la sensazione che il suo stile artistico fosse l'ideale per l'immaginario della storia Shirai, abbiamo deciso di contattarla.
―Qual è stata la sua reazione?
Sugita: Ha apprezzato molto la storyboard e ha immediatamente detto di sì. In passato c'erano state alcune persone che avevano rifiutato le nostre offerte con commenti amari come: "Non è un manga adatto a Jump" o "Non credo che diventerà un successo", quindi eravamo davvero felici ed emozionati quando lei accettò l'offerta.
―C'è voluto un bel po' di tempo, per te e Shirai, per perfezionare la storyboard e trovare l'artista che cercavate. Eppure siete stati in grado di mantenere la vostra determinazione. C'è una ragione per questo?
Sugita: Shirai ed io eravamo entrambi convinti che la gente avrebbe apprezzato il manga e che sarebbe diventato un successo. Sapevamo che saremmo stati in grado di pubblicarlo, anche se ci sarebbe voluto del tempo. Quindi non abbiamo mai pensato di arrenderci.
―La prima storia in cui Shirai e Demizu hanno lavorato insieme è stata una one-shot.
Sugita: Sì, "Il desiderio di Poppy". La mia prima impressione lavorando insieme a loro è stata che Shirai e Demizu si sono compresi a vicenda molto bene. Penso che sia la stessa cosa avvenuta già in passato con Tsugumi Oba e Ken Obata di "Death Note". Quando lo scrittore e l'artista vanno d'accordo, c'è una sorta di sinergia. L'artwork migliora, e di conseguenza anche la storia diventa più interessante. Ti ritrovi ad assistere a questi effetti inaspettati, ed è stato evidente con la coppia Shirai/Demizu. Lo one-shot diventò popolare tra i lettori, e a quel punto ero certo che questi due erano la squadra giusta per "Neverland".
―Quali sono le cose a cui hai prestato più attenzione da quando hai iniziato a lavorare su "The Promised Neverland"?
Sugita: A prima vista, "Neverland" non sembra un manga "Jump" rivolto ai giovani lettori. Io penso che sia un tipo di manga molto schietto, in cui i protagonisti superano le sfide con il duro lavoro e l'aiuto dei loro amici, il che è il tipo di manga che era popolare negli anni '70 e '80. Avere quell'essenza di un buon vecchio e classico manga Jump era qualcosa che avevo sempre tenuto a mente prima della sua serializzazione, specialmente perché si tratta di un manga senza sequenze di combattimento esplosive o mosse speciali. Per il piacere e la soddisfazione dei lettori, Shirai ed io abbiamo lavorato con cura alla costruzione dei dettagli della storia e dei personaggi, concentrandoci sull'illustrazione delle sfide mentali, sulla fluttuazione delle emozioni e sulle relazioni, i sentimenti e le opinioni dei vari personaggi. Abbiamo anche fatto in modo di allontanarci il più possibile da alcuni generi estremi come "ero-guro" (erotico e grottesco), "violenza" o "nonsense", che occasionalmente troviamo nei manga online giapponesi. Se avesse avuto questi generi, "Neverland" sarebbe stato solo un normale manga come tutti gli altri, e questo era qualcosa che non volevamo. Quindi ci impegniamo per includere quei generi il meno possibile, inserendoli solo quando sono necessari per la storia.
―E questo non è cambiato anche dopo che il manga è diventato un grande successo?
Sugita: Dopo l'arco dell'evasione, il mondo della storia si espande improvvisamente e si riempie di elementi fantasy. Da quel momento è stato possibile rappresentare varie scene d'azione, quindi la presentazione verso i lettori è iniziata a cambiare, ma il nocciolo è sempre rimasto quello. Credo che le caratteristiche di "Neverland" che i lettori hanno sempre apprezzato, come le sfide mentali, siano ancora lì.
―Il tuo piano è sempre stato di presentare Emma, Norman e Ray come i tre personaggi principali?
Sugita: Questi tre personaggi, la Mamma e i Demoni erano presenti fin dall'inizio. Le impostazioni dei tre protagonisti erano ben bilanciate. Tuttavia, c'era una cosa di cui ero molto preoccupato. Tradizionalmente, "Jump" è sempre stata una rivista di manga per ragazzi, quindi ero preoccupato che potesse essere difficile per un manga con una protagonista femminile conquistare abbastanza popolarità da venire serializzato. Ho chiesto a Shirai se potevamo cambiare l'impostazione del personaggio, quindi abbiamo provato a creare una versione in cui Emma era un ragazzo, ma non ha funzionato. Alla fine, abbiamo deciso di proseguire con quello che ritenevamo giusto. Quando stavamo avendo queste discussioni, abbiamo spesso parlato dei film Ghibli. La maggior parte dei film Ghibli ha delle impostazioni dei protagonisti simili a quelle di "Neverland", in cui la protagonista è femminile, mentre un personaggio maschile la supporta. Dato che i film Ghibli sono ampiamente diffusi, non solo in Giappone ma anche in tutto il mondo, alla fine abbiamo pensato che avere una protagonista femminile non sarebbe stato un problema.
―Hai apportato alcune modifiche ai dettagli della storia?
Sugita: Naturalmente, ci sono stati diversi cambiamenti, come ad esempio alcune modifiche per rendere la storia più adatta per i lettori più giovani. Penso che questo sia qualcosa che gli appassionati saranno in grado di comprendere solo se un giorno avranno la possibilità di leggere la storyboard originale scritta da Shirai, ammesso che Shirai stesso accetti di pubblicarla. Posso darvi alcuni esempi delle modifiche che abbiamo apportato. Abbiamo reso Emma un personaggio più decisivo ed attivo; Norman all'inizio aveva un umore un po' più calmo, ma abbiamo deciso di cambiarlo, mentre Ray era addirittura più estremo. Fondamentalmente abbiamo ottimizzato i tratti e le personalità dei personaggi. E questo è qualcosa su cui abbiamo lavorato anche quando la serie era già in corso. In una delle mie scene preferite alla fine del capitolo 9, Norman mostra un sorriso "inquietante". Quella in realtà è stata un'improvvisazione artistica da parte di Demizu, e lo stesso Shirai era rimasto sorpreso. C'è anche una scena simile alla fine del capitolo 31, in cui è Emma a sorridere. A volte Demizu disegna queste espressioni sorridenti che ti danno i brividi, e rimangono nelle nostre menti. Queste espressioni influiscono notevolmente sul modo in cui le personalità dei personaggi cambiano man mano che la storia progredisce. Iniziamo a immaginare come i personaggi possano possedere qualità a cui non avremmo mai pensato, o avere un lato diverso del loro carattere. Penso che soprattutto la scena che ho appena menzionato è quella in cui la personalità di Norman ha cominciato a cambiare drasticamente.
―Questo potrebbe essere uno dei vantaggi dell'avere un autore e un'artista separati. Ci sono altri esempi simili?
Sugita: La qualità del manga diventa stabile poiché il lavoro è diviso in due, e di conseguenza ogni persona ha il doppio del tempo per lavorare sui propri compiti. Un altro grande vantaggio è questo effetto sinergico che emerge quando l'autore e l'artista si stimolano a vicenda. Quel cambiamento di personalità che abbiamo osservato con Norman è un perfetto esempio del vantaggio di dividere il lavoro. D'altra parte, ci possono essere anche alcuni aspetti negativi. Il caso più importante è quando gli artisti iniziano ad avere disaccordi. Diventa un problema serio quando le visioni degli artisti del manga si scontrano a vicenda. Ad esempio, possono esserci discussioni relative alle espressioni facciali dei personaggi, o al modo in cui sono rappresentate determinate scene. Anche il più piccolo dei disaccordi può portare a gravi problemi che possono influenzare in modo significativo la qualità del manga. Pertanto, ritengo che sia un compito molto difficile trovare un compromesso che convinca tutti. Inoltre penso che sia importante per l'autore e l'artista rispettarsi l'un l'altro, sia come persone che come professionisti. In questo senso, penso che Shirai e Demizu siano la coppia perfetta. Si rispettano e condividono gusti simili, che consentono loro di accettare le loro differenze in modo positivo. Credo che questo avrà un effetto positivo su "The Promised Neverland" man mano che il manga proseguirà.
―A volte nelle illustrazioni di Demizu possiamo notare alcuni indizi che ci suggeriscono cosa potrebbe accadere nella storia principale
Sugita: Ci sono anche alcuni casi in cui siamo stati noi a chiedere a Demizu di aggiungere degli indizi all'interno delle illustrazioni, delle copertine a colori, ecc. Ma la maggior parte di questi indizi sono le sue stesse "improvvisazioni". Ad esempio Demizu disegna spesso bambole di personaggi che lei stessa disegnava in passato. Alcune di queste improvvisazioni hanno anche ispirato Shirai. Un esempio è il telefono meccanico che appare quando Norman viene spedito. Nella sua sceneggiatura, Shirai aveva precisato che Norman non avrebbe avuto bisogno di nulla, quindi la sua valigia sarebbe stata vuota. Ma Demizu nelle sue bozze ha disegnato all'interno della valigia il bicchiere che si usa per far funzionare il telefono meccanico. Quando abbiamo visto la bozza, abbiamo pensato che fosse ottima e abbiamo finito per usare quell'idea sia nel manga che nell'anime.
―Ci sono "improvvisazioni" da parte di Shirai che ti ricordi?
Sugita: A volte anche Shirai si lancia in divertenti improvvisazioni di cui non aveva mai discusso durante le nostre riunioni. Per esempio, nel capitolo 37 c'era una frase di Emma che diceva "Quanto è crudele... eppure è meraviglioso vivere in questo modo". Non abbiamo mai discusso di quel dialogo nel nostro incontro, eppure era lì nella sceneggiatura. Ho pensato che fosse una frase davvero interessante. Un altro esempio è nel capitolo 109 quando assistiamo alla morte di Yugo. Di solito abbiamo riunioni dettagliate prima di scrivere la sceneggiatura, ma quella settimana Shirai mi disse che voleva provare a lavorarci da solo. Quindi ho lasciato gran parte del lavoro a lui, e alla fine è venuto fuori un capitolo grandioso e con un bel flusso. Anche il dialogo è stato eccellente ed è stato molto commovente leggerlo.
―I lettori discutono spesso le loro idee sulla storia sui social network.
Sugita: Ne sono consapevole. Non li controllo dettagliatamente, ma ogni tanto dò un'occhiata per vedere come rispondono i lettori. Mi aiuta a capire cosa stanno guardando o come interpretano alcune espressioni della storia. A volte i lettori interpretano le cose in maniere che non intendevamo. A volte le loro previsioni sono corrette, mentre a volte sono completamente fuori strada (ride).
―Ho sentito dire che il manga è popolare anche all'estero, specialmente in Francia.
Sugita: Abbiamo notato che c'è un enorme risposta da parte dei fan francesi, attraverso i social network e le lettere dei fan. Abbiamo anche ricevuto una chiamata da un media francese, probabilmente a causa della popolarità tra i fan locali. "Tokyo Ghoul" è un altro manga popolare in Francia. Questa è la mia impressione personale, ma credo che i manga di tipo fantasy/dark siano particolarmente apprezzati in Francia. Inoltre credo c'entri anche il talento di Demizu: le sue illustrazioni sono in qualche modo simili allo stile delle bande dessinée, quindi forse i lettori francesi percepiscono un senso di affinità. Oltre alla Francia, Shirai ha trovato video di YouTube realizzati da fan oltreoceano che hanno elogiato "Neverland". Era davvero eccitato all'idea che ci fossero così tante persone fuori dal Giappone che amano il manga.
Una side story extra
Sugita: Originariamente, qualche anno prima di conoscerci, Shirai voleva diventare un artista di manga, e voleva occuparsi sia della sceneggiatura che delle illustrazioni. Ma un editor che era diventato suo responsabile, durante un incontro gli disse chiaramente che non aveva abbastanza talento. Shirai rimase scioccato da quell'esperienza, ed iniziò a cercare un lavoro normale. Ma Shirai non poteva rinunciare a quel sogno, così qualche anno dopo ci ha riprovato di nuovo. Shirai ed io abbiamo molto in comune, e la pensiamo allo stesso modo. Quando ho letto la storia di "Neverland" ero convinto che Shirai avrebbe potuto creare un manga che sarebbe diventato un successo, ed è così che tutto è cominciato tra di noi.
―Ho sentito dire che all'inizio il titolo sarebbe dovuto essere solo "Neverland". Perché è stato cambiato in "The Promised Neverland"?
Sugita: È stato semplicemente a causa di problemi di copyright. Molte opere in Giappone e in tutto il mondo usano la parola "Neverland", quindi non era una scelta favorevole dal punto di vista commerciale. Ma considerando la storia e il suo svolgimento, io e Shirai volevamo comunque mantenere "Neverland" nel titolo, e poi ci venne l'idea di aggiungere "Promised". A dire il vero, nella storyboard iniziale avevamo già un'idea di come si sarebbe svolta la storia fino alla fuga dall'orfanotrofio. Per quanto riguarda i dettagli della storia dopo la loro fuga, ci abbiamo lavorato mano a mano che ci siamo avvicinati all'inizio della serializzazione. Stavamo pensando al titolo più o meno nello stesso periodo in cui stavamo lavorando alla storia post-fuga. Ecco perché "Promised" è diventata una parola importante nella storia, e abbiamo deciso di menzionarla anche nel manga. È così il titolo è diventato "The Promised Neverland".
―Qual è il ruolo dell'editor per un artista manga?
Sugita: Ci sono tantissimi tipi di artisti, quindi non penso che esista un ruolo ben definito, ma il compito degli editor è di "sfidare" gli artisti, in modo da aiutarli a superare sè stessi. Una volta che sei in grado di farlo, scopri cose su di te che non avresti mai immaginato di poter fare, ed ottieni la fiducia che altrimenti non saresti riuscito ad ottenere. È lo stessa cosa che avviene con Emma e gli altri personaggi. Più dura è l'avversità, più riescono a diventare più forti. Sento che le persone si evolvono e si sviluppano ogni volta che affrontano delle sfide. Cerco anche di essere sempre onesto nei confronti di un lavoro di manga. Il modo migliore per "sfidare" un artista è essere un lettore onesto. Inoltre, non è necessario farsi troppi pensieri sul ruolo di "editor". È importante lavorare dal punto di vista del lettore del proprio lavoro. Ecco perché quando un artista mi porta il suo manga in ufficio, mi assicuro di non leggerlo dal punto di vista di un editor. Voglio leggerlo nello stesso modo in cui lo facevo da bambino, quando il momento saliente di ogni settimana era la lettura dell'ultimo "Jump". In questo modo posso dire onestamente all'artista cosa mi ha infastidito, cosa mi preoccupa e cosa mi è piaciuto. Questo è ciò che è più importante. Inoltre, dobbiamo utilizzare la logica, l'esperienza e i dati che possono essere utilizzati per supportare le nostre opinioni. Sulla base di questo, collaboriamo con l'artista per trovare il modo migliore per comunicare al mondo ciò che vogliono esprimere.
―Che cosa è "The Promised Neverland" per te?
Sugita: In un certo senso è come un hobby. Non ho la sensazione di star lavorando, anche se sono un editor di Shōnen Jump. È come un'estensione di un divertissement personale, in senso buono. Lavoro ogni settimana con un artista con cui vado d'accordo e mi diverto. Creo qualcosa che mi piace e sorrido sempre. Certo, lavorare su un manga serializzato richiede molto lavoro e certe volte non è affatto divertente. Ad esempio, Yugo è basato sul personaggio di una storia di baseball a cui sono rimasto affascinato, e l'ho inventato mentre stavo avendo una conversazione con Shirai. Questo personaggio è un allenatore davvero severo, che si rifiuta di riconoscere il protagonista e non si ricorda nemmeno il suo nome. Ma il protagonista non si arrende e alla fine l'allenatore lo chiama per nome. Ho raccontato a Shirai come quella storia mi abbia davvero affascinato. Così, alla fine, abbiamo deciso che Yugo sarebbe stato un personaggio che si sarebbe rifiutato di chiamare per nome gli altri bambini, a meno che non si fosse aperto con loro. La scena in cui Yugo chiama per nome Emma per la prima volta è una delle mie scene preferite di tutto il manga. Per Shirai, però, Yugo è diventato un personaggio difficile da sceneggiare perché aveva una personalità molto complicata.
―A cosa ti stai appassionando recentemente?
Sugita: Mi piacciono le serie TV americane, quindi seguo "Game of Thrones". Gioco anche parecchio a "Pokemon GO": mi piace stare in compagnia di Eiichiro Oda (creatore di One Piece), e giocavo a Pokemon GO con lui ogni volta che andavamo da qualche parte insieme, e questo mi ha fatto appassionare al gioco. Ad un certo punto ero anche diventato un appassionato di shogi, perché c'era un nuovo artista di manga che voleva scrivere un manga sullo shogi. Ma ho passato quella fase.[10]
Art Book World[]
Lo stesso argomento in dettaglio: Art Book World
- Data
- 4 Novembre 2020
Riferimenti[]
- ↑ Intervista di Shueisha, Parte 1
- ↑ Intervista di Shueisha, Parte 2
- ↑ Intervista di Kono Manga, Parte 1
- ↑ L'intervistatore si riferisce a questa immagine
- ↑ Sito web della Shogakukan dove i bambini di scuola elementare possono spedire i loro disegni, per poi ricevere delle risposte da parte degli artisti professionisti, che consigliano loro come migliorare il loro stile.
- ↑ In questa frase Shirai si riferisce alla morte di Sorella Krone avvenuta nel Capitolo 23, come ha rivelato lo stesso Shirai in un'intervista pubblicata nell'edizione limitata del Volume 13
- ↑ Intervista di Kono Manga, Parte 2
- ↑ Tutte le 23 domande dei Q&A, trascritte sul sito ufficiale di Shōnen Jump
- ↑ Intervista di FranceInfo
- ↑ Intervista di MangaPlus a Sugita
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